rassegna stampa

Il cambio stavolta non va. La coppia gira a vuoto e non trova soluzioni

Dzeko e Totti non riescono a cambiare la partita come contro la Sampdoria. La Roma non ingrana la marcia e in Europa cammina al solito passo lento

Redazione

Non è sempre domenica. Il cielo sopra la Repubblica Ceca non ha regalato un altro acquazzone che ha schiarito le idee alla Roma e soprattutto, non c'è stato per l'ennesima volta il Totti di turno che ha risolto i problemi dei giallorossi. Questa volta la squadra di Spalletti si è rivelata una piccola realtà in un piccolo stadio di un piccolo paese della Boemia. Forse il problema è stato quello di sentirsi troppo grandi troppo presto, dato che dopo tre minuti Perotti aveva siglato il gol del vantaggio, ma è bastata una ventata a far crollare l'immagine della Roma forte in Europa, una zuccata di Bakos e tutti di nuovo giù per terra, a pensare quale potrebbe essere la modifica giusta per ingranare.

Spalletti ci ha provato, come domenica contro la Sampdoria, ma questa volta gli ingressi in campo di Dzeko e Totti non hanno portato alle soluzioni sperate. Il tecnico di Certaldo ha fatto contento quel giornalista ceco, che giorni fa lo implorava di far giocare il suo numero 10. Non era una promessa fatta, forse perché lo stesso Spalletti sperava che la sua Roma sarebbe riuscita a cavarsela da sola. La magia non è arrivata; la squadra dorme e ha un passo lento, la classica andatura da Europa. Come se a Trigoria ci fossero talmente tante coppe in bacheca che possano permettere di snobbare una competizione meno importante della Champions League.

La scintilla, questa volta, non è scattata. Totti, acclamato da tutto il pubblico della Doosan Arena, ha inventato ancora, seppur con più fatica rispetto alla gara con la Samp, ma Dzeko non ha sfruttato i lanci del suo capitano. Ma entrambi, comunque, non hanno mai centrato la porta. La Roma ha concluso nello specchio solo tre volte, abbassando a dismisura la sua media nei novanta minuti. Nessun giocatore della Roma ha tirato in porta per più di una volta: come se nessuno ci credesse fino in fondo. «Ma che vi devo dire, dopo 25 anni?», ha dichiarato lo stesso Totti in zona mista dopo il match. Effettivamente da dire c'è poco, ma da capire c'è molto. La Roma si abitua a fare gli straordinari, ma si dimentica come va svolto il lavoro ordinario.

D.Stoppini