Guardiola e Mourinho. Il Genio e lo Sciamano. Due tipi e due strade molto diverse per arrivare allo stesso esito e allo stesso mausoleo, scrive Gianluca Dotto su. Se vai ad ascoltare la cassa toracica di ognuno è il loro nome che rimbomba come un tamburo, la loro voce, il loro verbo. Che sia Barcellona, Bayern Monaco o Manchester City, Pep ti emoziona con lo spartito, la bellezza musicale e insieme inesorabile delle trame. Che sia qualunque cosa, ma soprattutto se è la Roma, José lo riconosci ascoltando il rumore del sangue nelle vene dei suoi legionari. Nel caso di entrambi, Pep e José, non è ammissibile stare con loro se non sposandone in pieno la causa. Pep è in missione permanente al servizio della bellezza. José, come tutti i leader a vocazione settaria, pretende che sua fiamma sia alimentata a tempo pieno. Se Guardiola ha ammaliato il mondo attaccando il mondo, Mourinho lo ha conquistato arretrando. Ha fatto del difendersi la sua categoria del sublime. La cintura di castità come elemento di seduzione. Mou e la sua Roma (ma era così anche la sua Inter) danno spettacolo a loro modo predicando e praticando l’inaccessibilità del loro corpo. Il capolavoro di Mou Se Pep Guardiola resta, di gran lunga, il più grande di tutti (magnifica combinazione di lirica e intelletto applicata al pallone), Josè Mourinho è l’uomo dei miracoli e delle grandi suggestioni. Colui che ha moltiplicato tifosi e sogni invece che pani e pesci.
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Guardiola e Mourinho, il Genio e lo Sciamano. Le vie diverse per conquistare l’eternità
. Due tipi e due strade molto diverse per arrivare allo stesso esito e allo stesso mausoleo. Quello del leader carismatico che imprime effetti radicali di plagio nei suoi adepti. Se vai ad ascoltare la ca
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