Senza rabbia, né legge. Discese ardite, all’inferno, e risalite nel gelo polemico dell’Olimpico. Gol e papere in quantità industriale, da una parte e dall’altra. Una partita sull’orlo di una crisi di nervi, scrive Fabio Bianchi su "La Gazzetta dello Sport". Con la ciliegina dell’arbitro Di Bello che ignora bellamente un rigore clamoroso di Florenzi ai danni di Pandev al tramonto della sfida che poteva dare il pareggio al Genoa. La Roma si è risollevata ma non è certo guarita: ha preso un brodino ma la strada per tornare grande è ancora lunga.
rassegna stampa
Gol, papere, errori: Roma due volte sotto e poi la spunta. Però il Genoa urla
Di Francesco si salva, ma non è guarito: prima rete in A di Kluivert, Cristante è decisivo. Pesa la svista di Di Bello: ignorato rigore solare su Pandev
Ci si aspettava una Roma tutta grinta, invece sembrava più spaurita del solito. E anche la disposizione convinceva poco: difesa a 3 in una gara da vincere a ogni costo, con Kolarov e Florenzi esterni alti. Tridente con Zaniolo falso nove e Schick in "punizione" in panchina. L’imbarazzo tattico era evidente, oltre al tremolio delle gambe. La Roma sembrava paralizzata, e poi in difficoltà contro un Genoa che mostrava di avere un’idea di gioco nel suo 3-5-2. Ironia della sorta, l’errore per l’inizio di un possibile incubo lo commetteva Olsen, uno dei più positivi nella stagione, non trattenendo un tiro centrale e facile di Hiljemark dove s’avventava come un rapace Piatek in scivolata. Di reazione manco a parlarne: tutti i giocatori a ricevere palla da fermo, Zaniolo in evidente difficoltà nel ruolo, appena poteva il centravanti andava a farlo Fazio, che non a caso ha segnato in girata il gol del pari sugli sviluppi di una punizione di Florenzi. E finalmente alla prima azione vera costruita al tramonto del primo round da Kolarov, Kluivert è volato fino all’area, con Zukanovic arrancante alle spalle, e ha piazzato il diagonale. Un pareggio inaspettato, per il poco volume di gioco mostrato dai giallorossi.
Nel secondo round la Roma è sembrata un po’ più squadra, perché Di Francesco già prima dell’intervallo si era corretto abbassando Zaniolo a centrocampo e lasciando l’attacco ai due velocisti. Uno dei pochi giocatori lucidi tra i giallorossi, Cristante, ha trascinato la squadra a centrocampo ed è andato a segnare con una sassata il gol della vittoria. Insomma, poteva chiudersi in mille modi questa sfida senza un padrone e leggi tattiche. E alla fine sarebbe dovuta finire con un rigore e, forse, un pareggio più giusto perché la Roma negli ultimi minuti era schiacciata in area.Ma nella sagra di gol, papere ed errori, poteva esimersi Di Bello?
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