rassegna stampa

Garcia si blinda: «Voglio una Roma di uomini veri»

La gara spartiacque è quella con il Bate Borisov. Dovesse davvero arrivare la valanga, la Roma ha l’obbligo di guardarsi intorno anche prima di giugno. Ipotesi Lippi per 6 mesi

Redazione

«Non pensate alla valanga, siate uomini, non voglio alibi ma non cercateli neppure voi. Ora il Torino, poi il Bate: una gara alla volta ne usciremo». Ecco il senso del discorso di Garcia alla squadra prima dell'allenamento di ieri. Cinque minuti in cui è stato comunicato anche l'annullamento del giorno di riposo fissato per oggi ed il mini-ritiro da giovedì.

Chiamarlo pugno di ferro farebbe sorridere chiunque, scrivono Andrea Pugliese e Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". James Pallotta è in arrivo, sarà a Roma tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. Ma il presidente non condisce la delusione per gli ultimi risultati con l’isteria collettiva, con l’immediata necessità di cambiare convinzioni e programma. Perché agli occhi della proprietà Usa la Roma è tutto sommato in linea di galleggiamento rispetto ai programmi iniziali: qualificazione di Champions possibile e secondo posto a un tiro di schioppo. Eppure un peccato originale c’è. Garcia è l’allenatore messo in discussione dalla società stessa la scorsa estate, che ha provato a farsi esonerare con le dichiarazioni alla fine dello scorso campionato, senza riuscirci. È un tecnico indebolito, soprattutto agli occhi dei tifosi.

La gara spartiacque è quella con il Bate Borisov, non fosse altro per i tanti milioni che il passaggio del turno porterebbe in dote. Difficilmente qualsiasi altro risultato che non sia la vittoria permetterà a Garcia di continuare l’avventura in giallorosso anche nella prossima stagione, nonostante il contratto fino al 2018.

Dovesse davvero arrivare la valanga, la Roma ha l’obbligo di guardarsi intorno anche prima di giugno. Il problema è che di traghettatori veri non ce ne sono, ed allora l’unico che nel caso potrebbe aiutare i giallorossi è Marcello Lippi. Sei mesi da allenatore, per poi magari fare da direttore tecnico. È un’idea, una suggestione, forse un indizio. Sempre considerando che la Roma si vuole tenere le mani libere per scegliere a giugno l’allenatore del futuro. Di Francesco è stato già contattato e gli è stato chiesto di non prendere impegni: «Fa piacere venire accostati a grandi squadre, con la Roma ci sono delle simpatie ma Garcia va lasciato tranquillo».