Operazione conclusa, la Roma esce dalla Borsa dopo oltre 22 anni, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Ci era entrata il 23 maggio del 2000, da ieri si può dire che ne è ufficialmente fuori. Per le operazioni tecniche il delisting avverrà a fine agosto, al massimo nei primi giorni di settembre, ma ormai l’operazione è conclusa.
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Friedkin, acquisto record e la Roma esce dalla Borsa. Che svolta dopo 22 anni
Con gli otto milioni di azioni acquistate ieri, infatti, i Friedkin sono arrivati a detenere il 95,913% del pacchetto azionario, ampiamente di più di quel 95% che era necessario per far sì che andasse tutto a dama. Da oggi in poi a Trigoria la vita societaria sarà molto più snella e i vincoli assai meno stringenti di quelli vissuti fino ad oggi. E per questo ieri c’era grande euforia un po’ ovunque: negli uffici dell’Eur, a Trigoria e anche in Portogallo, ad Albufeira.
La corsa all’acquisto ha trovato un’impennata nelle ultime 48 ore, quando i Friedkin hanno rastrellato in tutto ben 11 milioni di azioni, che hanno portato il totale in mano alla proprietà giallorossa a 603,2 milioni. Un traguardo che i magnati di Houston hanno raggiunto grazie ai 57,3 milioni di azioni acquisite negli ultimi mesi tra la fase di stake-building (dal 17 maggio al 6 giugno) e quella dell’opa. Un ulteriore sforzo che è costato un investimento economico di 38,5 milioni di euro (compreso lo “squeeze out”) e porta la somma totale investita finora dai Friedkin nella Roma a 607,5 milioni di euro. Così suddivisi: 199 per l’acquisto del club, 370 per garantire la vita del club nel corso di questi due anni e ora i 38,5 milioni di euro utilizzati per aumentare la quota del pacchetto azionario e lasciare i cordoni della Borsa.
Ora lunedì verrà comunicato il piano di “squeeze out”, con quel 4,1% di capitale sociale ancora in mano a privati o investitori che verrà remunerato con un valore di 0,45 euro per ogni singola azione.
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