È arrivato in Nazionale dopo aver trascorso qualche giorno di vacanza in famiglia a Copenaghen. Ha voluto staccare la spina, e farà così anche dopo gli impegni azzurri, perché Alessandro Florenzi sa che questi sono, e saranno, i mesi più difficili della sua carriera, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport". Le ultime settimane non sono state semplici per lui, legatissimo a Totti e De Rossi che adesso, però, come prima di loro Di Bartolomei e Giannini, rappresentano il passato - unico - della Roma. A lui, invece, il compito di guidare la squadra nel presente e nel futuro, ereditando una fascia pesantissima. Certamente lo aiuterà aver ritrovato il feeling con gran parte dei tifosi. Un anno fa, durante la trattativa per il rinnovo, i rapporti erano tesissimi. Florenzi ha ingoiato bocconi amari, ma non ha mai risposto. Si è messo sotto, ha firmato il rinnovo e, soprattutto, ha detto una cosa che lo ha aiutato nelle settimane successive: "Ho capito che non si può piacere a tutti". Sapeva di dover diventare capitano, ma non immaginava che sarebbe successo così presto e quando è venuto a conoscenza del mancato rinnovo di De Rossi è rimasto senza parole. Le parole di Daniele saranno preziosissime per lui, perfettamente consapevole di avere un peso specifico diverso rispetto ai suoi predecessori. Dovrà parlare con il nuovo allenatore, capire cosa vorrà da lui, farsi portavoce del pensiero dello spogliatoio e, magari, anche smussare alcuni spigoli caratteriali. Nelle scorse settimane a Roma si era sparsa la voce che la fascia a Florenzi non era una certezza, ma che avrebbe scelto il nuovo allenatore. Voce, sussurro, pettegolezzo, che non ha mai trovato conferma. Dubbi non sembrano esserci, anche dopo la lettera e l’investitura di De Rossi.
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Florenzi: la fascia scotta, ma è chiamato ad essere leader
Succederà a De Rossi nella Roma. I fischi dei tifosi sono alle spalle
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