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La Gazzetta dello Sport

Ecco il fratellino della Var. Al Mondiale con il fuorigioco semiautomatico

Redazione

L’assemblea Ifab valuta i test già effettuati: in Qatar sarà utilizzato il nuovo sistema. E poi si passerà all’automatico

"Qualcuno l’ha chiamato il fuorigioco robot. Ma non è così", ha detto Pierluigi Collina, capo degli arbitri e dell’International Board. E questa frase è stata scolpita a caratteri cubitali nella pagina del sito Fifa dedicata all’ultima novità in arrivo scrive Fabio Licari su La Gazzetta dello Sport: il semi-automated offside, per noi italiani il fuorigioco semi-automatico. Un sistema tecnologico, ma ancora umano, per fortuna, per dare l’ultimo colpo alla situazione di gioco una volta più inestricabile del calcio: il fuorigioco. La Var ha già messo al tappeto discussioni da bar e complottismi vari, con tutte le precauzioni del caso per millimetri che possono sfuggire anche al più raffinato dei software. Con il “semi”, però, si taglierebbero decisamente i tempi: si parla di venti secondi per dire “sì” o “no” nelle sperimentazioni al Mondiale per club. Ma non è l’ultima frontiera, perché poi si andrà all’assalto del fuorigioco “completamente” automatico. Il “semi” ha un orizzonte preciso: il Mondiale in Qatar. Oggi ne parlerà il Board riunito a Doha. Ma la decisione sarà presa successivamente.

Il fuorigioco ha cambiato molti destini. Al di là di qualsiasi valutazione sulla mala fede arbitrale o su “progetti” istituzionali della vecchia Fifa (pensiamo alle direzioni di gara in Corea-Giappone 2002), meglio immaginare quanto possa essere difficile il compito dei guardalinee nel velocissimo calcio moderno. Con la Var lo scenario è cambiato. La tecnologia consente di fissare la posizione di attaccanti e difensori al momento del lancio, con linee molto accurate, e quindi valutare l’azione alla fine (con l’obbligo dell’assistente di non sventolare, altrimenti la decisione sarebbe totalmente umana). Problemino: il tempo. È l’assistente Var che piazza le linee. A volte serve più di un minuto per decidere. Esultanze si trasformano in delusioni epocali. Meglio di prima, ma si può fare di più.

Il semi-automated è stato testato, in vitro, in due partite del Mondiale per club 2021 in Qatar, e poi nell’Arab Cup. Esito positivo. Quindi nuova sperimentazione nell’edizione successiva negli Emirati. In cosa consiste? Dieci/dodici telecamere installate nello stadio, oltre a quelle delle tv, tracciano 18 “punti-dati” di ogni singolo giocatore, indicando la sua posizione in campo. Il numero di “punti-dati” arriverà a 29, aumentando la precisione della rilevazione. Sebastian Runge, responsabile tecnologia Fifa: «Stiamo tracciando tutto con 50 fotogrammi al secondo. Quindi, 50 volte al secondo sappiamo dove si trovano i giocatori. Facciamo lo stesso per la palla. Quindi sappiamo dove sono la palla e i piedi». In più, si ricorre all’animazione 3D che aiuterà a visualizzare la risposta del sistema per arbitri e spettatori. Obiettivo: non oltre i 20 secondi per una decisione che la tecnologia comunica al Var e il Var all’arbitro.

Dalle questioni tecnologiche a quelle ideologiche. Perché, oltre a stabilire il momento del fuorigioco, c’è da precisare “quando” è fuorigioco. Questo dipende dai legislatori. La “vision” del presidente Gianni Infantino, il documento sul calcio del futuro, suggerisce di sicuro più spettacolo e più gol: meglio una rete in più che una in meno, diceva il vecchio Catalano. Inoltre: il fuorigioco di oggi, millimetrico, con un ginocchio o un naso che possono essere cruciali, non convince tutti. Si sta quindi studiando un nuovo fuorigioco più “netto” che, in qualche modo, recuperi il vecchio concetto di “luce”: l’attaccante sarebbe in posizione regolare se almeno una parte del corpo “utile” (piede, testa) fosse in linea con il penultimo difensore. Non se parlerà prima del 2023, ma il destino è segnato. Più gol per tutti.