rassegna stampa

Ci vuole Fede. L’Italia si rifugia in Chiesa: giochiamocelo dall’inizio

Il viola ha incantato contro la Polonia. È pronto per trascinare gli azzurri già a Lisbona. Serve la sua scossa da 20enne per rinascere

Redazione

Federico Chiesa è un calciatore da piantare come un chiodo al centro del progetto della Nazionale di Roberto Mancini per farne una colonna della nuova casa azzurra, così difficile da tirare su, scrive Luigi Garlando su "La Gazzetta dello Sport". Subito in battaglia, il ragazzo del ’97. Già domani a Lisbona dal primo minuto, speriamo. Entrare per spaccare o rimediare non basta più.

L’età di un calciatore è quella che dimostra in campo. Chiesa si è messo alle spalle un campionato da 35 presenze, 6 gol e 3 assist. Da agosto a maggio ha tenuto una velocità di crociera alta e costante: media voto 6,37. Solo 18 giocatori in tutta la serie A hanno meritato di più. Significa due cose. Prima: nonostante una carrozzeria, apparentemente gracile, ha superato il crash-test di un torneo intero (35 su 38), contro difensori di Serie A che sono i più attendibili in circolazione. Seconda: l’alta media voto dimostra che Chiesa ha retto non solo nel fisico, ma anche nella testa. Non ha patito vuoti d’aria. Si è imposto una continuità di rendimento che è frutto di concentrazione, professionalità, fame, entusiasmo. Federico è pronto nel corpo e nella testa. Con un optional in più che spesso smarca il campione dal buon giocatore: non soffre l’escursione termica delle pressioni. Chiesa gioca in Nazionale come nella Fiorentina. A Insigne e a Verratti, per esempio, il travaso non riesce quasi mai. Anzi, Federico gioca anche meglio in azzurro. Media voto: 6,6. I predestinati si esaltano quando gli altri tremano.

Gilardino e Cassano, ragazzi dell’82, avevano 20 anni nell’anno del Mondiale nippo-coreano. Il c.t. Trapattoni poteva prescindere dalla loro precocità, perché aveva in rosa Vieri, Inzaghi, Del Piero, Totti, Montella, Delvecchio... Gestiva una generazione di fenomeni nel pieno della maturità. Federico Chiesa è la scossa d’entusiasmo ideale, l’energia trascinante per la squadra che sta nascendo tra difficoltà e traumi. Posare i talentuosi 20 anni di Fede come pietra d’angolo per costruire la Nazionale che ci rappresenterà al prossimo Mondiale, oggi sembra una necessità più che una scelta. Votano per lui anche ragioni tattiche. Bologna ha spiegato in modo crudele quanta emergenza ci sia a centrocampo. Zolle aride di gioco. I nipotini di Pirlo arrancano. L’erba è molto più verde sulle fasce, dove corre Chiesa, ma anche Bernardeschi, Insigne, Berardi, Politano, Bonaventura... La sensazione forte è che, per ora, dobbiamo chiedere idee e felicità soprattutto agli esterni. E allora: Chiesa, tanto e subito. Oggi ne abbiamo troppo bisogno.