rassegna stampa

Caso Esposito: udienza saltata Giallo sul coltello

L’udienza in cui si sarebbero dovute discutere di fronte al gip Giacomo Ebner le perizie dei carabinieri del Racis, è stata rinviata al 3 ottobre, causa assenza degli stessi... periti.

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L’appuntamento saltato di ieri è la sintesi, questa sì puntuale, di un’estate di veleni e ipotesi fantasiose. L’udienza in cui si sarebbero dovute discutere di fronte al gip Giacomo Ebner le perizie dei carabinieri del Racis, è stata rinviata al 3 ottobre, causa assenza degli stessi... periti. Ce n’era solo uno su cinque. Nell’incredulità dei legali e dei titolari dell’indagine sull’omicidio di Ciro Esposito, i pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, non si è presentato nemmeno il tenente colonnello Paolo Fratini, che la relazione del Racis l’ha firmata.

Il gip ha fatto comunque in tempo a capire che aria tirerà quando gli accertamenti tecnici del Racis saranno messi sul tavolo: i legali di De Santis li considerano oro colato, quelli della famiglia Esposito hanno chiesto di invalidarli (respinti), i pm li trattano con le pinze, prendendo per buoni i rilievi tecnici ma non alcune ipotesi «azzardate»: che Daniele De Santis abbia sparato già «ferito e sanguinante», che lo abbia fatto «da terra» e «senza guanti». 

QUALE CARTELLA?  Il coltello e le ferite che avrebbe procurato a De Santis sono i due argomenti su cui continuano a misurarsi i titolari dell’inchiesta e i legali degli indagati (a proposito, bello l’abbraccio di ieri degli avvocati di De Santis con la mamma di Ciro). Sul fatto che la lama sia stata introdotta da parte napoletana ormai ci sono pochi dubbi. Anche i pm la attribuiscono ad Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, gli ultrà che sarebbero piombati per primi insieme a Ciro su De Santis, tanto da averla inserita nel capo d’imputazione a loro carico. Ma va ancora stabilito quando e quanto abbia colpito quel coltello. Se prima o dopo gli spari esplosi da Gastone e se con tanta violenza da «giustificare» una legittima difesa così estrema, ipotesi che resta improbabile. È per questo che la Procura ieri ha incaricato un consulente di stabilire finalmente quale delle tre cartelle cliniche di De Santis dica la verità: quelle per cui le ferite non ci sono o sono lievi o l’ultima che rileva «quattro coltellate»?