rassegna stampa

Arbitri, Rizzoli: “Limiteremo gli errori. Var? Non c’è difformità”

Il designatore: "Sbagliando si cresce, la tecnologia è un sostegno, non un altro arbitro. Comunichiamo di più"

Redazione

Un po’ meno arbitro, un po’ più designatore. Non gli si potrebbe rivolgere augurio migliore, di fare l’ultimo definitivo salto di qualità nella professione che esercita da due anni: la gestione degli uomini. Dal 4 luglio 2017 Nicola Rizzoli è il responsabile della Can A, o come si usa sintetizzare a beneficio dei lettori, è il designatore. La sua nomina ha coinciso con l’introduzione della Var, una novità epocale per il mondo arbitrale e, conseguentemente, per tutto il calcio.

"È un percorso di crescita – dice Rizzoli intervistato da Alessandro Catapano su La Gazzetta dello Sport - , che nell’ultima stagione ci ha fatto vivere un passaggio fondamentale: abbiamo capito meglio, e sulla nostra pelle, alcuni meccanismi. Vedrete, la prossima stagione sarà quella della stabilizzazione".

Rizzoli, cosa si aspetta dalla prossima stagione, la terza dell’era Var?

"Continuità".

Ma come, dopo quello che è accaduto nell’ultimo campionato?

"Leggete le statistiche: la percentuale di errori è calata ulteriormente. Anche se – ribadisco – l’obiettivo non è azzerare gli errori. La Var è un sostegno ai direttori di gara, non è un altro arbitro. E il nostro dovere resta formare buoni arbitri. Perché con arbitraggi all’altezza, la tecnologia non serve. Anzi, un buon arbitro sul campo facilita il compito di chi sta al monitor. È vero, ci sono stati troppi errori: 22, su 111 correzioni della Var. È una percentuale ancora troppo alta, per le capacità dei nostri arbitri possiamo fare meglio. Anzi, molto meglio. Ma sulla difformità smentisco, basta, vi prego. Non è andata così. Quelle che voi chiamate “interpretazioni diverse di episodi molto simili, se non identici” per me sono banalmente una decisione giusta e una sbagliata. Errori, niente di più niente di meno".

Certi errori hanno fatto più rumore di altri, anche perché, senza fare nomi, sono stati commessi da arbitri sul punto di fare il definitivo salto di qualità...

"Sì, ed è dispiaciuto a tutti, a loro e a me. Ma credetemi, si diventa grandi arbitri solo commettendo errori importanti. Sono momenti fondamentali, se li si sfrutta per crescere".

Con le dismissioni di Banti e Mazzoleni le restano pochi big.

"L’ultima stagione ha fatto diventare più di qualcuno un big, vedrete".

Ecco, come si diventa Gianluca Rocchi?

"Con tempo, tenacia, errori. E ovviamente capacità".

Le nuove regole introdotte dall’Ifab faranno un po’ di chiarezza, almeno sui falli di mano?

"Sì, ci aiuteranno. Ma le polemiche resteranno".