Ad appena 18 anni, Abraham esordiva nel Chelsea sfidando il Liverpool, a 19 anni Zaniolo faceva il suo “vernissage” addirittura al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. Nelle rispettive nazionali, però, è stato Nicolò a battere Tammy come precocità, visto che l’azzurro ha avuto il proprio battesimo a diciannove anni, mentre l’inglese “solo” venti. C’è una parola, quindi, che può accomunarli: predestinazione. Quella che la Roma cavalca sognando una rimonta per la zona Champions. L’influenza di Mourinho - come sottolinea Massimo Cecchini su 'La Gazzetta dello Sport' - in questo momento dei giallorossi si percepisce chiaramente. Non solo perché la difesa – giunta a 11 partite di campionato senza gol al passivo – sembra aver trovato finalmente solidità. Ma anche perché il carattere della squadra ha il marchio del “bastone e carota”. Così Zaniolo in attesa di ritrovare la sua vena da goleador si sta specializzando nel diventare uomo assist (è già a quota 7).
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Abraham e Zaniolo, Roma dalla A alla Z. Assist, gol, potenza: è feeling mondiale
Batistuta e Montella nel primo anno in giallorosso avevano segnato 21 gol. L’inglese a un passo
La vetrina, però, se l’è presa Tammy, che è giunto a 20 reti stagionali. Nessun inglese nei campionati top finora ha saputo fare meglio e così non sorprende che adesso il centravanti vada alla caccia di Gabriel Batistuta e Vincenzo Montella. Entrambi, infatti, nella loro prima stagione in giallorosso hanno realizzato 21 gol. E il feeling con Zaniolo sta lievitando. Infatti, anche se contro l’Atalanta la partita è stata impostata più sui lanci che sul fraseggio, i due hanno provato a cercarsi. Due volte lo ha fatto Nicolò per Tammy, cinque volte è successo il contrario. In ogni caso, provando a stare il più stretti possibile, l’azzurro ha toccato 37 palloni e l’inglese 40.
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