(Il Tempo - A.Serafini) Non fa il nome però l’attacco arriva dritto e colpisce nel segno. Perché per Zeman possono cambiare i luoghi, ma non le posizioni. Direttamente dall'ultima conferenza del ritiro austriaco di Irdning, il boemo lancia un'altra stoccata verso la Juventus ed il suo allenatore Antonio Conte, squalificato dalla Disciplinare per 10 mesi nell'ambito della vicenda calcioscommesse.
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Zeman punge Conte
(Il Tempo – A.Serafini) Non fa il nome però l’attacco arriva dritto e colpisce nel segno.
La domanda sulla regola che vieta ad un tecnico squalificato di sedersi in panchina ma non di allenare, è un assist troppo ghiotto per lasciarselo scappare: «Anche un giocatore squalificato si allena. Se squalificato per molto tempo però, non credo sia giusto. Quanto tempo? Almeno tre mesi». Poi un giudizio più generale sulla vicenda: «Fino ad ora non capisco fino in fondo, non ho letto tutte le carte. Però penso che se si vuole debellare questa cosa bisogna essere più decisi». Colpo su colpo l'attenzione si sposta anche sul calcio giocato e sui progressi della sua Roma. E la soddisfazione non manca: «Ho sempre utilizzato questo sistema di preparazione e non mi lamento. Durante il ritiro servono avversari che ti permettano di fare quello che stai costruendo».
La tabella di marcia è al momento rispettata, senza nessuna preoccupazione per gli ultimi leggeri infortuni riscontrati dai suoi ragazzi: «Dovevamo fare certi lavori e siamo riusciti a metterli in pratica con soddisfazione. Mi aspetto tanto da tutti, capisco che in questi momenti c'è chi rende di più e di meno. Ci sono alcuni problemi, acciacchi fisici, ma è normale». Normale quindi entrare anche nello specifico. A partire dai volti nuovi: «Destro? Non era abituato a tutto questo lavoro, adesso lo sta accusando, ma gli servirà per il campionato. Credo che lo scambio con Borini sia stato azzeccato, Destro è più tecnico». Senza dimenticare Osvaldo: «Sta facendo molto bene e non ha problemi, perché è una forza della natura». Complimenti anche a Pjanic, «è un ragazzo che capisce subito, ci si può lavorare alla grande», e al duttile De Rossi: «Da mezzala ci gioca anche in Nazionale, lo fa a destra o a sinistra perché c'è Pirlo. Per me lo può fare anche qui».
Zeman ammette che «un’idea di formazione titolare c’è, poi spero che i giocatori sui quali io non vedo l'impegno, dimostreranno di poter entrare. Ho una rosa in cui ogni ruolo è coperto da due giocatori, dipenderà dal loro stato di salute e dalla mia pazzia riguardo al loro utilizzo». A poche ore dal ritorno a Roma, la capitale continua ad essere agitata dalle ultime questioni di mercato legate principalmente all'arrivo del difensore centrale: Marquinhos è a un passo. «Non ho nessuna preferenza - aggiunge Zeman - so che stiamo seguendo quattro o cinque difensori centrali, mi auguro che uno alla fine possa arrivare. È normale che l'esperienza ha un valore e la gioventù un altro, mi auguro quindi che si riesca a scegliere quello che serve di più a noi. Oggi considero terzo centrale Romagnoli, se poi arriva qualcuno che invece che il terzo farà il primo è meglio per noi».
Si inizia con riferimenti ad un allenatore, si termina con un altro, fresco vicecampione olimpico con il Settebello a Londra. Ovviamente con giudizi diversi: «Sandro Campagna? L'ho conosciuto quando era ancora un bambino. Lo tiravo in aria per fargli fare i tuffi a Mondello, giocavo con lui e sua sorella. Poi il tempo ci ha fatto perdere di vista, ma ora vederlo affermato mi fa veramente piacere. L’eroe olimpico? Phelps. È inimitabile»
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