Da un lato il vicesindaco, Daniele Frongia, gli assessori all’Urbanistica, Paolo Berdini, e ai Trasporti, Linda Meleo; il capogruppo in Consiglio, Paolo Ferrara; Alessandra Agnello, avvocato e presidente della Commissione Lavori Pubblici; e il presidente del IX Municipio, Dario D’Innocenti che, forse, preferirà restare nel suo territorio e partecipare alla seduta del consiglio municipale visto il nullo potere sullo stadio del parlamentino locale. Dall’altro, David Ginsberg, capo del progetto Stadio; Umberto Gandini e Mauro Baldissoni, il primo amministratore delegato e il secondo direttore generale della Roma; e Luca Parnasi, presidente di Eurnova. Un pomeriggio di fuoco o un incontro interlocutorio? Da quanto si apprende, Berdini, dopo le dichiarazioni delle ultime settimane contro il progetto, non ha ancora sciolto i nodi e il testo della variante urbanistica continua a non essere pronto. E, quindi, difficilmente potrà portarla in Giunta per domani, così come invece lui stesso aveva stabilito nel cronoprogramma presentato e approvato in Giunta lo scorso 16 settembre. E così, se anche domani l’Ufficio PianoRegolatore, guidato dall’ingegner Fabio Pacciani, non avesse ancora ultimato la redazione della variante, andrebbe registrata una nuova occasione mancata da Berdini di provare a cambiare il dossier. Mentre il tempo passa e restano 78 giorni per concludere i lavori della Conferenza dei Servizi.
rassegna stampa
La resa dei conti sul nuovo stadio
L'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini non ha ancora sciolto i nodi sulla variante urbanistica del progetto stadio, mentre mancano 78 giorni per concludere i lavori della Conferenza dei Servizi
L’incontro di oggi potrebbe, perciò, diventare un nuovo pourparler, dopo quello del 14 settembre fra il sindaco Raggi e il patron Pallotta. Anche perché, per approvare la variante e soddisfare le esigenze della Regione, sembra che Berdini abbia rotto gli indugi e deciso di utilizzare la procedura prevista dalla legge urbanistica (1150/42) con tempi strettissimi per completare il tutto prima della fine dei 180 giorni dei lavori della Conferenza di Servizi e rinunciando, quindi, a considerare la «leggeStadi» (147/2013) come legge speciale e derogatoria alle norme ordinarie. Una decisione che, se da un lato garantisce la più ampia partecipazione (Municipi, Commissioni, Consiglio, cittadini) dall’altra presenta due problematiche tecniche legate al rapporto con la Conferenza di Servizi. Il primo punto è che, iniziato l’iter indicando in variante un numero di metri cubi, qualora a seguito dei lavori della Conferenza in Regione i metri cubi variassero anche di poco, occorrerebbe ricominciare tutto l’iter da zero. La seconda, ancor più paradossale, è che, con l’iter ideato da Berdini, se la variante venisse approvata prima della fine della Conferenza di Servizi, si finirebbe per riconoscere a Pallotta e Parnasi un diritto reale a costruire totalmente svincolato dallo Stadio. In realtà, l’iter è al momento in una situazione interlocutoria: il Campidoglio ancora aspetta dai proponenti alcune integrazioni progettuali, segnatamente quelle legate al problema metropolitana (se non si fa la metroB, comunque il Comune si aspetta un abbozzo di progetto per garantirei 16 treni l’ ora) e a quello connesso con la proprietà delle aree e la loro destinazione d’uso, se pubblica o privata, anche ai fini degli espropri. Documenti attesi, quieta stasi interlocutoria in Conferenza, indecisioni del Comune: speriamolo sappiano spiegare bene agli americani.
(F.M. Magliaro)
© RIPRODUZIONE RISERVATA