Rudi Garcia non ha mai perso contro la Lazio. Almeno fino a oggi pomeriggio. L’ha battuta due volte su quattro, azzeccando lui per primo le parole da pronunciare alla vigilia. Dal motto dell’esordio «un derby non si gioca ma si vince», sfociato nel celebre vanto di aver riportato «la chiesa al centro del villaggio», fino all’ultima provocazione che infastidì Pioli e i suoi giocatori nel maggio scorso: «Sono più forti, giocano il miglior calcio d’Italia mentre noi siamo scarsi. Strano si giochi di lunedì, pensavo l’avessero spostata a martedì». Finì per litigare con l’allenatore biancoceleste in campo, dopo che Yanga-Mbiwa gli aveva regalato la qualificazione in Champions.
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Garcia ordina: “Vittoria e primato”
L’allenatore giallorosso, imbattuto nei derby (2 vittorie e 2 pareggi) è fiducioso: «Non siamo più stanchi di loro. In passato li ho provocati? Ora non serve»
Stavolta no. Il tecnico giallorosso mette da parte i veleni e gli slogan. «Non solo nel calcio ma nella storia in generale - spiega il francese - c’è sempre un atteggiamento adatto a ogni momento. Oggi il contesto è totalmente differente, non siamo all’inizio del campionato e neanche alla fine. Noi vogliamo vincere la partita perché siamo in casa, perché è in questo modo che andremo avanti in classifica. L’ordine è questo: vogliamo battere la Lazio e riprendere il primo posto. Il resto non conta».
Si avvicina al suo quinto derby rafforzato dalla buone notizie provenienti dall’allenamento di rifinitura: Florenzi, De Rossi e Maicon, seppur acciaccati, sono disponibili. «Li abbiamo gestiti - spiega Garcia - hanno fatto una parte del lavoro con la squadra e un'altra differenziata. Aspetterò domani mattina (oggi, ndr) ma per loro il recupero è stato buono». Nello specifico, «De Rossi non corre rischi, ha già giocato in queste condizioni con il Bayer anche se per lui sarà complicato stare in campo tutta la partita: da due volte inizia dal 1’ e poi il muscolo si affatica». Meno male che c’è Keita: «È tornato, il suo unico problema è che viene da una lunga assenza».
Se il tecnico ha bluffato anche stavolta lo capiremo poco prima delle 15. La staffetta è più di una possibilità in cabina di regia, mentre l’unico altro dubbio sembra legato al ruolo di Florenzi: se il romano avanza a centrocampo in difesa tocca a Torosidis, altrimenti è pronto Iago Falque a dare una mano nelle due fasi. «È stato infortunato come come Dzeko - spiega Rudi sullo spagnolo - adesso sta meglio e per noi è una risorsa importantissima».
C’è bisogno di tutti in una stagione senza soste. Ma l’allenatore non regala alibi alla squadra sulla stanchezza. «Stiamo bene, anche per la Lazio sarà la settima partita in tre settimane: nessuna delle due sarà 100% sul piano fisico e non vedo vantaggi. Noi abbiamo avuto un giorno in più recuperare dopo la Champions e quando vinci è più facile. L’importante è tenere alta la motivazione alle 15, non prima».
Oggi bisogna trovarla dentro se stessi: a parte il corteo organizzato dagli ultras per accompagnare il pullman allo stadio, durante la partita sarà difficile ascoltare cori d’incitamento. «È triste - sottolinea Garcia - se non ci sarà uno stadio pieno e un ambiente come richiede un derby. Ho già detto la mia, fatto appelli, adesso sono concentrato sul campo. Non c’è altro da dire».
Preferisce non parlare troppo anche dell’avversario. «Li abbiamo studiati come sempre per prendere i tre punti. Hanno giocatori importanti e questa rimane una partita particolare e speciale. Io voglio una squadra al 200% su tutti i punti, non solo sulla motivazione. Se giochiamo da Roma possiamo ottenere quello che vogliamo: la vittoria».
(A. Austini)
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