rassegna stampa

Finalmente Patrik sorride: “Ora un gol in Champions”

Il volto dell'attaccante ceco è l’immagine più attesa della stagione, l’abbraccio con i compagni il simbolo di una fiducia mai persa

Redazione

Sul prato del Paolo Mazza di Ferrara, dove 17 anni fa uno sconosciuto Dzeko si affacciava per la prima volta in Italia mentre nella sua Bosnia impazzava la guerra, proprio lì in un assolato pomeriggio di fine aprile, come riporta Il Tempoè cominciata la nuova vita di Schick. La rete del 3-0 contro la Spal è stata il suo riscatto, il sorriso spontaneo l’immagine più attesa della stagione, l’abbraccio con i compagni il simbolo di una fiducia mai persa.

"Finalmente - esordisce il ceco - il gol è arrivato, lo aspettavo da troppo tempo", 357 giorni per l’esattezza: aveva un anno in meno e vestiva il blucerchiato il 29 aprile 2017, la data del suo ultimo centro in Serie A. Prima di ieri, prima di sbloccarsi in campionato con la Roma che per 8 mesi l’ha aspettato, armandosi di santa pazienza e cercando di fare da scudo alle critiche. Patrik ha accusato la pressione, si è dovuto tappare le orecchie per provare ad uscire fuori dal guscio, a sconfiggere l’astinenza: "Ho tenuto duro, l’inizio non è stato come l’avevo immaginato, ho avuto tanti infortuni. Adesso non ho fastidi, voglio lavorare per la squadra, così il gol arriva: è il mio obiettivo". Ce l’ha fatta alla cinquantesima presenza in A, la diciottesima in giallorosso, protagonista in un attacco chiamato a dimostrare di non essere dipendente da Dzeko e Under.

Autorete a parte, nei gol della Roma a Ferrara c’è lo zampino di Schick, che si è visto passare il pallone calciato in porta da Nainggolan a pochi millimetri dal piede, sfiorandolo: "Non l’ho toccata, se dico il contrario Radja si arrabbia", scherza a fine match e va bene così, anzi meglio, perché per iniziare una nuova vita con questa maglia, voltare pagina davvero, c’era bisogno di una rete più bella, non di una sporcatura sul tiro di un compagno. Un gol vero. Un gol di testa, un gol da attaccante puro. Al 60’ di Spal-Roma è girata la fortuna, è cambiata - si spera - la storia del ceco nella capitale. Il suo sorriso si è riflesso su quello di Dzeko, che per la prima volta si è goduto la panchina a tempo pieno, perché non c’è stato bisogno dei suoi gol per salvare la squadra. Ci ha pensato il vice e hanno esultato insieme: "Edin è un mio grande amico, sono felice che è contento per me. Devo ringraziare tutti, sentire l’ambiente che ti dà fiducia è importante", il commento di Patrik, che ora sogna di marcare un altro tabellino importante: "Spero di segnare in Champions… Questa vittoria ci permette di preparare la sfida col Liverpool con la testa pulita, vogliamo vincere. Dobbiamo essere cattivi come contro il Barcellona, è questa la strada".

Se, oltre all’atteggiamento, anche il modulo sarà lo stesso visto con i blaugrana sarà Di Francesco a deciderlo e da ieri ha un’opzione in più da considerare: l’exploit di Schick non può essere ignorato, considerando anche che nello storico giorno della "remuntada" e della rivoluzione del 3-4-3 c’era lui al fianco di Dzeko. Il ballottaggio con Under, che è sicuramente più fresco del ceco, è aperto. Kolarov, affaticato, è rimasto a riposo nella capitale, dove oggi alle 11 ritroverà i compagni alla ripresa degli allenamenti. Silva all’esordio non l’ha fatto rimpiangere: "Voglio dare una scelta in più al mister", sicuramente non in Champions perché non è in lista e sulla corsia sinistra si rivedrà il serbo. Dall’altra parte Peres ha alzato l’asticella: "Dal salvataggio con lo Shakhtar è cambiato tutto. Salah è avvisato... ".