rassegna stampa

Anche le rane minacciano lo stadio

Redazione

L’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente è pronta al ricorso qualora, nella costruzione del nuovo impianto, non venissero tutelate le rane

In principio furono le ranocchie di Sensi allorché il presidente dello scudetto minacciava il Coni di Petrucci per il canone alto dell’Olimpico: «Se non ci giochiamo noi che ci fanno? Lo allagano e ci mettono le ranocchie…». A tre lustri di distanza cambia la Roma e la proprietà ma le ranocchie restano di attualità. Queste però sono 2.0 e pretendono l’impatto zero. O meglio è quello che pretende l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (gli stessi che nel 2011 iniziarono uno studio sugli animali extraterrestri al grido di: se ci sono gli alieni forse avranno degli animali) pronti al ricorso qualora, nella costruzione del nuovo stadio, non venisse tutelate le rane. O meglio, quella che un tempo a Roma era la marana. Il pensiero vola al film di Alberto ne che indicando la strada al turista americano gli spiegava come evitare il famigerato “burone da’ maranella“: «Occhio america’ nun anna’ a destra che c’ e er burone da’ maranella». Salvo poi urlarli: «All right america’, all right». A Pallotta mancavano solo le rane.