Un campionato vero, finalmente. Cinque squadre racchiuse in nove punti, che in realtà potrebbero essere solo tre quando Roma e Lazio giocheranno i rispettivi recuperi, pronostici e rapporti di forza che cambiano di settimana in settimana, l’incertezza come probabile compagna di viaggio almeno fino a marzo-aprile. Ci voleva proprio una Serie A così per dare un senso nuovo al calcio italiano, appena estromesso dal Mondiale e ancora prigioniero dei suoi contrasti in Figc e Lega, senza una via d’uscita apparente. Il meglio del momento è certamente la classifica che alza l’interesse sul movimento e legittima i sogni di tutti, compresa una Roma partita tra lo scetticismo generale, mai sopra il quarto posto anche a causa di quella gara con la Samp rinviata, ma sempre attaccata al treno dei presunti favoriti. Di Francesco, zitto zitto, sta correndo più forte di Spalletti. Un anno fa alla 15ª giornata la Roma aveva due punti di meno e nessuna partita da recuperare, ma a quota 32 era seconda a parimerito col Milan e alle spalle della Juventus «dittatrice».
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Ammucchiata scudetto. La Roma può sognare
La classifica alza l’interesse sul calcio italiano e legittima i sogni di tutti, giallorossi compresi
I bianconeri ora hanno un punto in più dell’anno scorso eppure sono secondi col serio rischio di diventare terzi oggi pomeriggio: è la domenica dell’Inter, che contro il Chievo può prendersi la vittoria e la vetta in solitaria. La prova di forza dei bianconeri a Napoli ha accorciato le distanze, ridimensionato la supremazia di Sarri e, tutto sommato, rimesso seriamente in corsa anche la Roma. E ci mancherebbe fosse fuori dai giochi: solo una volta nella sua storia, nella stagione 2003/04, l’ultima con Capello in panchina poi chiusa al secondo posto, aveva collezionato più punti (36 contro i 34 di oggi) dopo 14 partite. Adesso viaggia esattamente alla quota raggiunta da Garcia al suo primo anno iniziato con le incredibili dieci vittorie di fila seguite da quattro pareggi, ma più che inseguire i record ora vorrebbe raggiungere almeno un traguardo concreto.
Il passaggio del turno martedì in Champions sarebbe un primo obiettivo centrato da applausi, poi i giallorossi potranno concentrarsi sulla volata in campionato fino al 6 gennaio prima della sosta, intervallata da una o due partite in Coppa Italia a seconda del risultato negli ottavi col Torino. Dando un’occhiata al calendario, da qui alla fine del girone d’andata che coinciderà con la chiusura dell’anno solare, alla Roma resta una sola gara proibitiva: quella del 23 dicembre nel "maledetto" Juventus Stadium dove non ha mai raccolto neppure un pareggio. Allegri dovrà vedersela prima con Spalletti, che ospiterà la Lazio di Inzaghi nell’ultimo turno,mentre sul percorso del Napoli le insidie si chiamano Fiorentina, Torino e Sampdoria. E se la squadra di Sarri è stanca perché giocano sempre gli stessi, la Roma scopre di continuo nuove risorse: venerdì nel successo con la Spal ha ritrovato Schick ed Emerson. Un fuoriclasse da inserire negli schemi e una valida alternativa all’inossidabile Kolarov. È come fare mercato di riparazione con un mese d’anticipo. Anche questo aiuta a sognare.
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