Olimpico, ore 15: entra in campo il Derby, una partita che non sarà mai uguale a nessun'altra. E che a Roma rappresenta qualcosa di unico, e anche d'inspiegabile per chi non appartiene alla Capitale. Un Derby che stavolta punta in alto, grazie alla posizione in classifica delle due squadre, con la Roma che vuole restare aggrappata al carro Juventus e la Lazio che confida nel sorpasso sull'acerrima rivale, scrive Mimmo Ferretti su "Il Messaggero". Inzaghi e Spalletti, reduci da due vittorie, hanno avuto la possibilità di lavorare in settimana con (apparente) serenità, anche se il tecnico della Roma ha dovuto fare i conti con la dolorosa assenza dal campo di Salah. Mosse tattiche, scelte tecniche, prove e addestramenti: tutto giusto, tutto in linea con la preparazione di una partita, ma nella Partita più di ogni altra cosa conterà la testa, la capacità di trasferire sul campo in maniera positiva tutte le sensazioni, le ambizioni, le sofferenze e le tensioni accumulate prima del fischio d'avvio. Perché il Derby è un affare di cuore, ma per vincerlo occorre far funzionare bene il cervello.
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Un appuntamento d’alta classifica che si onora usando la testa
Il derby è un affare di cuore, ma per vincerlo occorre far funzionare bene il cervello
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