Rispetto all'era pallottiana, per la nuova As Roma targata Friedkin la costruzione del nuovo, travagliato stadio a Tor di Valle non è più un must, scrivono Lorenzo De Cicco e Gianluca Lengua su Il Messaggero.
rassegna stampa
Tor di Valle, aree pignorate. Friedkin sonda il Flaminio
Il viceministro all'Ambiente Roberto Morassut: "Il Coni ceda alla Roma l'Olimpico per ristrutturarlo, e il Comune il Flaminio alla Lazio"
La linea che filtra dal quartier generale di viale Tolstoj suona più o meno così: il dogma è fare lo stadio della Roma, non farlo per forza a Tor di Valle. Secondo quanto risulta in ambienti giallorossi, sarebbe stato fatto un primo, informale sondaggio per lo stadio Flaminio, che da anni attende una vasta riqualificazione.
Nonostante la volontà di Raggi, la delibera per Tor di Valle "non arriverà mai in Aula entro Natale. Forse nemmeno a fine consiliatura", è convinto un esponente grillino. Tanti anche ieri hanno riversato il proprio malcontento nelle chat interne. L'ultima novità è che i terreni di Tor di Valle sono stati pignorati per via di un vecchio credito bancario - di importo contenuto, 1 milione e 160mila euro - che la Eurnova di Parnasi non ha mai onorato.
Il Pd preme per voltare pagina. Il viceministro all'Ambiente Roberto Morassut, tra i primi a criticare l'operazione sull'ex ippodromo, ieri commentava: "Sarebbe buona cosa chiudere questo inganno di Tor di Valle, una ciclopica illusione per i tifosi e per una società come l'As Roma che merita rispetto per la storia che rappresenta".
E propone: "Il Coni trovi il modo di cedere alla Roma l'Olimpico per ristrutturarlo come un moderno stadio con servizi commerciali e valorizzazioni adeguate. Il Comune ceda il Flaminio alla Lazio per un altro progetto di ristrutturazione e valorizzazione".
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