Il momento giallorosso è talmente complicato da far passare in secondo piano la qualificazione agli ottavi della Champions, scrive Massimo Caputi su Il Messaggero.
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Squadra e società in crisi d’identità
Il momento critico fa passare in secondo piano la qualificazione agli ottavi della Champions
La Roma, pur centrando il primo obiettivo stagionale, è avvolta in una crisi dai tanti volti, tra i quali il più preoccupante è la mancanza d’identità. Un problema grave che si materializza in campo, pur non essendo di natura soltanto tecnica. La squadra, l’allenatore, e perfino i dirigenti, riflettono l’assenza di un progetto preciso.
Si è detto che il club si sia sviluppato più in fretta e meglio della squadra. Vero e indiscutibile, però una società forte e strutturata, prima o poi riesce, anche attraverso il trading, a costruirsi delle certezze sportive. Dopo un 3° posto e una semifinale Champions rivoluzionare la squadra, cambiarne la fisionomia e puntare sui giovani, vuol dire interrompere un percorso, voltare pagina e ripartire di nuovo.
Tutto lecito se l’obiettivo è a lungo termine.Ma qual è il vero obiettivo? In verità, dopo sette anni, non si è ancora capito quale ruolo si voglia realmente recitare. Di certo la squadra ora non è in grado di sostenere le ambizioni e le aspettative alimentate. Ne sente infatti tutto il peso, si smarrisce e va in confusione.
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