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rassegna stampa

Sedute di gruppo, falsa ripartenza. I giocatori in rivolta per gli stipendi

Diversi club hanno difficoltà a trovare strutture dove "chiudere", calciatori e medici avanzano nuovi punti interrogativi

Redazione

Falsa ripartenza. O meglio rallentata. Ancora una volta. In pochi oggi partirannocon le sedute di gruppo e le partitelle. Per andare a regime probabilmente si dovrà attendere ancora qualche giorno, scrive Emiliano Bernardini su Il Messaggero.

Il protocollo, riscritto da Lega e Figc, e validato martedì dal Cts alcuni dicono di non averlo ricevuto. Altri di voler aspettare che venga validato dal governo. E poi c’è sempre il nodo dell’isolamento fiduciario. Che altro non è che la quarantena. Eh sì perché se c’è un positivo, tutto il gruppo squadra deve chiudersi in un posto senza possibilità di contatti esterni anche se può allenarsi. Tutto facile per chi ha un centro sportivo attrezzato.Ma per chi non ce l’ha? E sono tante le squadre. Almeno la metà.

I medici di serie A sono ancora sul piede di guerra. "E’ inattuabile", "Non è possibile rischiare così tanto" urlano nella loro chat. Sullo sfondo resta le frizioni tra le teorie di Casasco e quelle di Zeppilli. Ieri ne hanno parlato nuovamente in una riunione dove c’erano anche diversi presidenti.

Una soluzione, per ora non c’è. Si va avanti. Resta il rebus per il campionato. "In caso di nuovo stop proseguiremo con brevi fasi di play off e play out" ha ribadito il presidente della Figc, Gravina. Ossia 4 squadre per lo scudetto e 6 per la retrocessione. E in caso di stop definitivo classifica definita applicando oggettivi coefficienti correttivi che premino il merito sportivo.

Intanto si registra l’ira dei calciatori. Hanno votato contro nella parte che riguarda le iscrizioni ai campionati e la norma che dice: "Tra le modifiche, ai fini ammissivi le Società dovranno assolvere al pagamento degli emolumenti e degli altri compensi scaduti il 31 maggio 2020. Si terrà conto in ogni caso degli eventuali contenziosi che dovessero insorgere per il periodo di sospensione delle attività (marzo/aprile)". Il presidente dell’Aic, Tommasi è furioso: "Sapete che cosa significa? Che siamo stati in campo fino al 15 marzo, che i calciatori hanno lavorato con il preparatore atletico per tutto il lockdown e ora tu puoi pure non retribuirli. E se fanno causa danno pure la possibilità al club di non pagarli fino ad agosto!". La Figc nega che l’intento sia questo.Oggi si prevede una riunione di fuoco tra i calciatori.