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Il Messaggero

Roma-Zaniolo, prove d’addio

Redazione

Le ultime dichiarazioni alimentano le voci di una partenza

La vicenda-Zaniolo assume i contorni di un lungo ma inevitabile addio, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Probabilmente consensuale dove la Roma riuscirà a fare un’ottima plusvalenza che sarà il miglior biglietto da visita con la Uefa in vista del nuovo settlement agreement mentre il ragazzo sarà felice di aver dimostrato come fosse "giusto esser accostato a top club come Juventus e Milan”.

È questo uno dei passaggi della lunga intervista concessa al settimanale Sports Week che è rimasto indigesto a molti tifosi, come se la Roma di Mourinho, fresca vincitrice di un trofeo europeo proprio con un gol di Nicolò, non lo fosse.

Più di qualcuno sui social e nelle radio ha evocato ieri le parole di Totti di qualche giorno fa (“Fossi in lui metterei al primo posto il rispetto nei confronti dei tifosi“), quasi che l’ex capitano avesse avuto modo di leggere qualche stralcio in anticipo.

Non sono comunque passati inosservati alcuni passaggi (l’insofferenza per il modulo o per alcune esclusioni in stagione), il “vediamo” quando gli è stato prospettato di diventare l’erede di Dybala alla Juventus e la mancata rassicurazione “Sto bene a Roma, voglio rimanere qui” che tanto illude in questi casi (come accaduto nel recente passato), quanto manca quando si soprassiede. Il non escludere poi la partenza, facendo l’elenco delle persone che gli mancherebbero (Abraham su tutti), ha chiuso il cerchio.

La Roma ha fatto il prezzo per il cartellino (60 milioni) e consapevole di come il ragazzo non sia interessato (per ora) ad andare all’estero (sondaggi di Tottenham e Hoffenheim) aspetta che Milan e Juventus facciano il primo passo ufficiale. Perché sino ad oggi si sono mossi gli intermediari, provando ad inserire delle contropartite tecniche (nel caso dei rossoneri) che potessero abbassare il prezzo.

A Trigoria, dei tanti nomi proposti, hanno strizzato l’occhio soltanto a Pobega che viene considerato dagli scout giallorossi una sorta di Milinkovic-Savic in erba. Ma per ora hanno tenuto il punto, chiedendo soltanto cash, visto che il 15% della cessione, dovrà poi essere girata nelle casse dell’Inter.

Il rinnovo non è mai stato una priorità. E la conferma è che da fine ottobre, quando i Friedkin hanno chiesto di bloccare ogni discussione relativa ai contratti dopo il clamoroso ko di Bodo, le parti non si sono più incontrate per affrontare il tema. E non che le telefonate tra l’agente Vigorelli e Trigoria siano mancate. Ma mai per parlare concretamente del rinnovo.