E' la notte di un invisibile, si chiama Ola Solbakken, che prima di ieri aveva giocato solo sei minuti con la maglia della Roma, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Sei, distribuite su tre partite. Lui è quello che non capiva dove fosse capitato; non sapeva distinguere un 3-5-2 da un 3-4-2-1. Insomma, un inadeguato, uno fuori dal contesto. Il norvegese contro il Verona, alla prima da titolare, mette il timbro sulla vittoria, con una rete da attaccante vero, per movimento e per il colpo, botta di sinistro a incrociare, di prima intenzione. Applausi. Ola gioca poco più di un tempo, quanto basta per far capire a Mou che può contare su di lui. E' la notte - macchiata da qualche coro contro i napoletani - anche di Rick Karsdorp, che aveva "tradito" (espressione eccessiva, mutuata da Mourinho, che aveva ammesso di aver esagerato) e che ora è utile e chissà, magari diventerà pure indispensabile. E' necessario. Anche lui fisicamente a mezzo servizio, ma ora è uno vero in più. E' la notte di Leo Spinazzola, finalmente all'altezza. E' la notte dei fantasmi, appunto, degli invi-sibili. Il Verona si batte così, nel pieno dell'emergenza, senza i tenori, Pellegrini e Dybala e poi anche Abraham, che dura quindici minuti. Tre punti pesanti, a pochi giorni da un match di Europa League, da dentro o fuori. La Roma resta con il Milan al terzo posto, a tre punti dall'Inter seconda. La Champions è lì, esiste.
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Roma, solo un grido: Solbakken
Il Verona si batte così, nel pieno dell'emergenza, senza i tenori, Pellegrini e Dybala e poi anche Abraham, che dura quindici minuti
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