Aspettando Nzonzi (oggi in gruppo) e insistendo sul 4-3-3 che rimane il sistema di gioco di riferimento, Di Francesco calibra la nuova Roma, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero.
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Roma, due terzi di nobiltà
Centrocampo e attacco sono i reparti con più alternative: qualità, palleggio e ovviamente gol gli ingredienti del successo
Obiettivo: farla diventare più competitiva di quanto lo è stata nella stagione scorsa, soprattutto in campionato dove non ha avuto la continuità di prestazioni e risultati mostrata in Champions.
Prima correzione: in mezzo al campo. Seconda e terza: in attacco. Il suo piano non è inedito. Ha spesso scelto cosi, anche l'anno scorso. E si è comportato allo stesso modo da tecnico del Sassuolo. La rosa extralarge permetterà a Di Francesco di sbizzarrirsi. Il turnover, già testato nella passata stagione, diventerà fondamentale. In partita, come a Torino, e da un match all'altro. Ma riguarderà due reparti su tre, cioè il centrocampo e l'attacco.
Le chance già sono numerose, come spesso è accaduto pure l'anno scorso. Sono, però, di più gli specialisti. I finalizzatori: lo Schick ritrovato e non solo Dzeko, Under, Kluivert e comunque lo stesso El Shaarawy. I rifinitori: Pastore, Coric e anche Kluivert, senza dimenticare, se avrà spazio, Zaniolo. E gli incursori: Cristante si aggiunge a Strootman, fisicamente più avanti dei compagni, e Lorenzo Pellegrini.
La Roma cerca la qualità e di conseguenza la gloria con il plotone di centrocampisti e attaccanti. E si tiene stretta la sostanza della sua difesa a 4 (quella a 3 è preferita in corsa). Di Francesco dietro sarà meno invasivo.
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