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Roma di coppa: Dybala cerca un altro show

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Dal Feyenoord al Brighton, è sempre Paulo ad accendere i giallorossi nelle sfide decisive in Europa: domani col Milan servono le sue magie
Redazione

Quella di domani sarà la notte della Roma e dei suoi sogni. Che in Europa, almeno nell'ultimo biennio, hanno sempre fatto rima con Dybala. Si accende Paulo, la magia è assicurata, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Nessuno si offenda, ma è un po' il discorso del Marchese del Grillo all'ebanista Aronne Piperno. "Bella la boiserie, belle le cassapanche, bello l'armadio", ma se non gira Dybala c'è poco da fare. Non è un caso che le quattro perle europee della Roma in questi due anni portino la firma dell'argentino. Tre hanno lasciato il sorriso, la gioia di esserci, di aver vissuto quel momento, di poter dire un giorno "Io c'ero". Quella di Budapest, invece, l'amaro in bocca per un finale capovolto, indigesto, immeritato che ha visto la Roma ad un fischio (quello mancato di Taylor sul rigore non assegnato per il mani di Fernando) dal secondo trofeo europeo in due anni. Ma Paulo, nel bene e nel male, c'è sempre stato. Ha preso per mano la squadra, l'ha salvata dall'eliminazione con il Feyenoord all'ultimo minuto regalandole i supplementari, poi vinti con il gol più bello della sua esperienza in giallorosso: El Shaarawy per Pellegrini, tocco per la Joya che di destro addomestica accarezzando la palla con una veronica a tagliare fuori la marcatura di Trauner per poi in scivolata, di sinistro, far esplodere l'Olimpico. Magia pura. Come quando aveva ribaltato nel turno precedente - al di là del gol del 2-0 - lo spauracchio del Salisburgo visto come modello societario dall'ex gm Pinto. Ha poi disegnato calcio e andato nuovamente a segno contro il Brighton, nei 90 minuti più belli della Roma targata De Rossi, e poi sì, anche in quella notte maledetta di Budapest, ha regalato una speranza. Non doveva giocare, in dubbio fino all'ultimo minuto, senza allenamenti, eppure eccolo li. Nel momento che conta, c'è sempre. Quella corsa sfrenata verso la porta del Siviglia, il diagonale a superare Bounou, lo sguardo sfigurato dalla gioia. O dalla Joya, fate voi. È la dote dei campioni, dei calciatori con il quid in più, che sanno sempre incidere nel momento giusto. E questo si ripresenta domani sera.

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