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«Da ragazzino, su questo non ci sono dubbi, ero più forte di Francesco, come sostiene da anni nostro padre; ma adesso, ditemelo voi, come faccio a paragonarmi a lui?», parola di Riccardo Totti, il fratello del capitano della Roma intervenuto oggi sulle pagine de "Il Messaggero" in una lunga intervista a firma Mimmo Ferretti. Vi riportiamo uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Che effetto le fa essere il fratello del più forte giocatore della storia della Roma?
«Solo della storia della Roma?»
Ah, ecco... Va bene, faccia lei: ma che effetto le fa?
«Io non me la sono mai tirata, e mai lo farò. Perché, poi? In questo, sono identico a Francesco al cento per cento. Uno che, nonostante tutto, è rimasto sempre quello».
Quale quello?
«Quello che da ragazzino era il più bravo di tutti, ma non lo faceva pesare a nessuno».
Francesco era già Totti?
«Era un ragazzino molto bravo a toccare la palla, a far gol, ma che diventasse Totti, come dice lei, sinceramente non me lo sarei mai aspettato».
E lui se lo aspettava?
«Vi dico solo che la sera, prima di dormire, prendeva il suo quaderno e cominciava a fare autografi: Francesco Totti, Francesco Totti, Francesco Totti... Pagine e pagine di firme. Avrà avuto dodici, tredici anni. Fate voi...».
Ed è arrivato a 40 anni in campo.
«E andateci piano a dire che la storia finirà qui...».
Questione di fisico?
«Questione di fisico e di testa. Secondo voi è normale che uno gioca ancora a 40 anni nonostante due ginocchia rifatte, dieci viti nella caviglia e un pezzo di ferro nella gamba? No, non è normale. Se lui ci riesce, vuol dire che ha anche una testa davvero giusta, a posto. Francesco comincerà a pensare di smettere quando capirà di non sentirsi più bene».
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