rassegna stampa

No Dzeko, no gol. La prima Roma si ferma al palo

Redazione

Davanti ai Friedkin seduti in tribuna al Bentegodi i giallorossi non vanno oltre il pareggio a reti inviolate

Falsa partenza: metà partita non basta alla Roma, con la lingua di fuori nella ripresa, scrive Ugo Trani su Il Messaggero.

Impotente contro il Verona dimezzato nella rosa tra assenze e cessioni: 0-0 al Bentegodi. Dove Dzeko resta in panchina: la conseguenza è il digiuno.

Dan Friedkin è seduto in tribuna con il figlio Ryan. E con Mark Watts, presidente del gruppo, e il ceo Fienga. Il texano prende, insomma, subito le distanze dalla proprietà uscente e assente. E mette il timbro già al via della serie A.

Friedkin vuole vedere la Roma dal vivo e tenere il gruppo sotto pressione. A cominciare dall'allenatore. Fonseca fa il possibile per partire bene davanti al texano. E, confermando il 3-4-2-1, punta sulla qualità degli interpreti. Così piazza Cristante, centrocampista più offensivo che di interdizione, in mezzo a Mancini e Ibanez in difesa, e sceglie la formula del doppio trequartsita, con l'esordiente Pedro e il capitano Pellegrini che si dedicano al falso nove Mkhitaryan.

Lo spirito, almeno all'inizio, è giusto. Controllo del match, in alcune fasi alzando il ritmo e quindi andando in pressing a soffocare il Verona che, però, non è quello dell'ultimo campionato. Più povero e meno competitivo. L' assenza di Dzeko, o magari quella di Milik, cambia la storia del 1° tempo. Spinazzola vola a sinistra e cerca di mandare a dama Mkhitaryan e Pedro. Che, però, fanno cilecca.

Il dominio è evidente, delude invece il raccolto. Con 16 tiri, 5 nello specchio, aspettando l'intervallo, non arriva il vantaggio. Anche Veretout partecipa all'assedio, Diawara resta invece sul posto.

Il Verona resiste e la Roma, colpevole di aver sprecato la raffica di chance sparando a salve, rischia di andar sotto già nel 1° tempo. Tameze entra in area e conclude: Mirante, chiamato in causa per l'esclusione di Pau Lopez, devia: la palla si stampa sulla traversa prima del salvataggio di Cristante. I pericoli aumentano nella ripresa. I giallorossi si abbassano. Schiacciati più dalla mancanza di fiato che dalla spinta della squadra di Juric. Tameze è ancora protagonista. Salta Mirante, ma non inquadra la porta. Come fa Di Carmine, ancora su affondo di Tameze.

Dimarco prende con lo stesso tiro la traversa e il palo. Spinazzola replicherà colpendo la traversa.Crollo fisico della Roma, con l'allenatore che ritarda a intervenire. Karsdorp si fa male, entra Santon. Poi Kluivert per Pellegrini e, prima del recupero, Villar per Diawara. Il portoghese forse dimentica che di sostituzioni ne può fare 5. Quelle del collega che, dalla tribuna, riesce a rendere decente anche il Verona incompleto di questi tempi.