Con l'euforia per "l'epica notte di Leverkusen" ancora nell'aria, il countadown per Budapest già iniziato, il probabile abbraccio dei tifosi chiesto da Mou che accompagnerà la squadra nel tragitto Trigoria-Olimpico, rituffarsi in campionato con la Champions ormai sfuggita e il dovere di doversi preservare per lasfida con il Siviglia, non sarà facile. Come se non bastasse, giocare di lunedì alle 18.30, contro la Salernitana (salva senza giocare in virtù del ko del Verona di sabato) con l'Olimpico più propenso a omaggiare giustamente Mou e i suoi ragazzi per la seconda finale europea consecutiva che preoccupato per il sorpasso dell'Atalanta in classifica, rischia di trasformare il match odierno soltanto in una festa, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Che festa sia, chiaramente, ma contro i campani non potrà essere un'amichevole. Perché in palio, pur tra mille difficoltà, assenze, calciatori che ancora stanno recuperando dai rispettivi infortuni e che non vogliono rischiare, c'è l'Europa di scorta. Aver raggiunto Budapest è fantastico. In una notte la Roma potrebbe fare all-in, vincendo il secondo trofeo continentale consecutivo, prenotare il pass per la Supercoppa ad agosto e superare a destra le rivali in campionato, aggiudicandosi un posto di diritto nella prossima Champions.
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Il Messaggero
Mourinho, non è solo una festa
Meritati festeggiamenti, chiaramente, ma contro i campani non potrà essere un'amichevole
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