Tutto gli si può dire, meno che non ci metta la faccia, come scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Anche ieri Monchi, all’indomani della cessione di Alisson al Liverpool (definita "un’offerta fuori mercato"), s’è presentato in conferenza stampa vicino a Kluivert. "Non ci posso fare nulla se la Roma non ha vinto nel 2011, nel 2012… Capisco che la parola “tempo” è difficile da usare. Mi metto nella testa dei tifosi, sono stanchi delle parole, ma io sono arrivato da 14 mesi. E se lo scorso anno siamo arrivati terzi in campionato e in semifinale di Champions, una piccola parte di fiducia la merito. Se poi dopo due o tre anni non vinco niente, allora prenderò l’aereo e andrò via".
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Monchi: “Cedere non è mancanza di ambizione”
Il ds: "Sono arrivato qui per fare una squadra forte non per una stagione ma per tanti anni e sono convinto al 100 per cento che ci riuscirò. Ma prima di arrivare al decimo piano, bisogna salire i primi nove"
"Sono arrivato qui per fare una squadra forte non per una stagione ma per tanti anni e sono convinto al 100 per cento che ci riuscirò. Ma prima di arrivare al decimo piano, bisogna salire i primi nove".
Non dice a che piano sia attualmente la Roma ma la squadra che sta costruendo gli piace: "Non cambia nulla dire di essere la prima, la seconda o la terza forza del campionato. Noi abbiamo un vantaggio, abbiamo uno degli allenatori più forti della Serie A e uno spogliatoio pulito e forte, con ambizione".
Sulla cessione di Alisson dice: "Non è un messaggio di mancanza d’ambizione che anzi, rimane la stessa se non di più. Ma cos’è l’ambizione? Per me è fare le cose ma con la testa. Senza diventi uno sprovveduto. E io non voglio fare cose che mettano in difficoltà questa società".
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