Mourinho perde il suo 1° match casalingo in serie A. Imbattibilità finita dopo 43 partite, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Cade contro il Milan (1-2) che rimane in testa alla classifica con il Napoli. Ma la sconfitta, la quarta in campionato (la prima interna) e la quinta stagionale, fa più male alla Roma che conferma di non essere competitiva contro le big. Mancano i giocatori e le giocate. Contro rossoneri anche il fisico e il rigore su Pellegrini nel recupero. Fa cilecca, quindi, nel 3° scontro diretto su 4 in 11 partite, come è successo contro la Lazio e la Juve. Solo un punto conquistato, contro Spalletti. L'unica consolazione: il 4° posto, anche se adesso con l'Atalanta. Oltre alla performance dell'arbitro Maresca, non convince la scelta di Mourinho che, dopo la figuraccia storica in Norvegia, insiste ancora sui suoi fedelissimi, gli undici titolari ai quali si aggrappa in campionato. Ma la formula conservativa non funziona contro i rossoneri. Sono 3 le partite di fila in cui si affida agli stessi interpreti, già utilizzati contro il Napoli e il Cagliari. E, a quanto pare, esausti. Al tempo stesso snobba ancora i 4 epurati Reynolds, Diawara, Villar e Mayoral, preferendo puntare sui ragazzi della Primavera. In panchina ce ne sono 5: Tripi, Bove, Darboe, Zalewski e Felix, entrato in corsa come mercoledì. Josè, insomma, affronta Pioli proprio come fece nel faccia a faccia con Spalletti. Non basterà, però. Il baricentro è basso, con la doppia linea di difensori e centrocampisti e con Pellegrini e Abraham a far pressing comunque sotto palla. Dal 4-2-3-1 al 4-4-2, insomma, per non concedere campo ai rossoneri che si appoggiano a Ibrahimovic per salire in avanti e cercano la profondità con Saelemaekers e Leao che spesso hanno la collaborazione di chi arriva alle loro spalle, Calabria e Theo Hernandez. La partenza dei giallorossi è decente. Spingendo forte sulle corsie Viña e Karsdorp riescono a mandare al tiro Pellegrini che fa il suo nonostante l'infiammazione al ginocchio sinistro. Le sue conclusioni sono larghe. Ma il Milan, esibendo la sua qualità e la sua fisicità, entra bene e subito in partita. Ibra sblocca il risultato su punizione e poi si procura il rigore trasformato da Kessie. Mourinho, dopo l'intervallo, ripresenta Felix. Esce Mkhitaryan. La mossa di dar spazio al diciottenne non è efficace come mercoledì a Cagliari. Il ragazzino sgomma, ma Abraham non è in serata e davanti la Roma fatica come spesso gli sta accadendo nell'ultimo periodo. Josè tenta la rimonta con El Shaarawy per Abraham (deluso per la sostituzione) e, quando i rossoneri restano in dieci per l'espulsione (doppio giallo) di Theo Hernandez, Perez per Viña. Pure il cambio di modulo, con la difesa a tre, non incide. Nel finale ancora un attaccante: dentro Shomurodov e fuori Karsdorp. Niente terzini, quindi. E solo Zaniolo a lanciarsi contro il muro del Milan. Che cede a metà del lungo recupero (6 minuti). Merito di El Shaarawy. Ma è tardi, anche perché Maresca non concede il rigore su Pellegrini al fotofinish per fallo di Kjaer.
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