rassegna stampa

Mancini, un jolly senza mezze misure

LaPresse

Opaco nelle prime uscite, il difensore spostato a centrocampo è diventato il simbolo della rinascita giallorossa. E adesso è pronto a “ispirare” Cetin

Redazione

Nella vita ci sono dei treni che passano e sui quali devi essere bravo a salire in corsa, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Gianluca Mancini li ha presi. Nella sua avventura in giallorosso inizialmente ha fatto fatica. A tal punto che nel test considerato più importante nel pre-campionato, contro il Real Madrid, rimane in panchina.

Prima (con l'Atletico Bilbao) e dopo (ad Arezzo, subentrando nella ripresa) aveva invece procurato 2 rigori consecutivi. E dopo esser partito fuori anche con il Genoa, aveva contribuito con Florenzi a regalare il 3-3 a Kouamé. Ne era seguita una ripresa poco convincente col Sassuolo, l'espulsione per doppia ammonizione a Bologna e un altro rigore causato da un tocco con la mano con il Cagliari. Bilancio sino al 6 ottobre (giorno del match con i sardi)? Inutile nasconderlo: bicchiere tendente al mezzo vuoto.

Poi la trasformazione, da zero a 100. Tre gare da mediano (Mönchengladbach, Milan e Udinese) e 270 minuti da migliore in campo. O quasi. E pensare che quello in gioventù era stato proprio il suo ruolo. Quando nel 2014 Montella lo convoca in ritiro con la Fiorentina, incrocia quello che all'epoca considerava il suo punto di riferimento: Pizarro. Sì, proprio il Pek, che a Roma ha lasciato un vuoto tecnico che ancora dopo anni non è stato colmato. È chiaro che Mancini non ha (e non avrà mai) i piedi del cileno. Tuttavia se poi si accorge di te anche il ct della Nazionale, convocandoti, e facendoti giocare terzino destro anziché centrale perché vuole che tu segua l'azione, significa che probabilmente hai un quid in più.

Fonseca è stato bravo a capirlo, ritagliando a Gianluca un ruolo che gli permette di essere nel vivo del gioco. Posizione in mediana nella quale a Udine è stato provato per qualche minuto anche Cetin. Terzino al debutto, con tanto di dribbling a Leao al primo pallone toccato all'Olimpico, centrocampista e poi di nuovo centrale a Udine. La squalifica di Fazio, è il treno che il turco aspettava. Dovrà essere bravo a prenderlo. Senza strafare. Per eventuali consigli: chiedere a Mancini.