rassegna stampa

Lucio il trasformista

La Roma di Spalletti cambia, sia in campo che nella mente. Il tecnico ha sfruttato gli infortuni e ha rimodellato la sua squadra, riuscendo lì dove aveva fallito il suo predecessore Garcia

Redazione

La Roma riparte dalla vittoria contro l'Inter con una certezza: cambiare la propria pelle fa bene. Dai tempi di Garcia sono molte le cose che sono variate, a partire dal modulo. Quando il francese sedeva in panchina i giallorossi giocavano con un 4-3-3 che alla fine era diventato troppo prevedibile per gli avversari, mentre adesso, con Spalletti alla guida, la squadra continua a crescere provando nuove esperienze, non necessariamente efficaci all'inizio, ma che portano sulla buona strada. Già dalla scorsa stagione si sono visti i primi cambiamenti: il 4-2-3-1 e il 4-3-3 utilizzati nei mesi finali del campionato passato dipendevano esclusivamente dalla posizione di Miralem Pjanic, mentre ora, senza il bosniaco e senza un palleggiatore come Keita, il centrocampo è principalmente diviso tra Nainggolan, Strootman e De Rossi, che per corsa, senso tattico e dinamismo non hanno da invidiare nulla a nessuno.

Adesso, però, la Roma è in continua fase di crescita. Una Roma mai uguale a se stessa. La tattica è quella che il tecnico ha già esplicato in ritiro: "Giocheremo con il centravanti", e ogni volta che Dzeko è in campo, il modulo adottato è il 4-2-3-1, la stella polare per Spalletti. Le variabili, invece, sono molte. Il 4-3-3, che può trasformarsi in 4-2-4, con Perotti falso nueve, o in un iperoffensivo 4-2-1-3, come visto contro il Crotone. "Il centrocampo è il fulcro del gioco, mentre una mezzala avanza, l'altra aspetta e il trequartista sostiene la punta", spiega il tecnico, ma la forza dei giallorossi è avere dei giocatori polivalenti, in primis Florenzi, capace di fare sia il terzino che giocare dietro le punte. Inoltre, c'è anche il nodo del possesso palla; contro l'Udinese 73%, contro il Crotone 74% e contro l'Astra Giurgiu 76%, mentre contro l'Inter Spalletti ha lasciato a de Boer il pallino del gioco, abbassando il baricentro della squadra e puntando sulla velocità di Salah sulla corsia di Santon. Questa Roma può solo migliorare, quando torneranno Mario Rui e Rudiger le mosse del tecnico saranno meno azzardate e ci sarà ancora più solidità difensiva. La Roma 'camaleontica' che voleva costruire Garcia, ora è alla corte di Spalletti.

(Stefano Carina)