Come un sarto, Luciano Spalletti nella passata stagione aveva cucito e ricamato ad hoc la veste della sua Roma. Il 4-3-3 con il quale l'ex allenatore dello Zenit è riuscito a regalare l'accesso ai preliminari di Champions alla squadra giallorossa sembrava potesse essere il modulo del futuro. Poi durante l'estate le quotazioni di Dzeko e la considerazione da parte del tecnico nei confronti del bosniaco sono cresciute ed è diventato lui il terminale offensivo titolare: ma se Dzeko ad oggi dovesse subire un infortunio, chi prenderebbe le sue veci? Probabilmente si passerebbe nuovamente al tridente leggero con l'utilizzo del 'falso nueve'. E l'assetto cambia. Secondo quanto riportato dall'edizione odierna de "Il Messaggero" infatti, i vari cambiamenti tattici adottati da Spalletti in questo inizio di stagione avrebbero dato poca continuità all'idea di gioco giallorossa e all'identità della squadra. In particolare, in questo avvio di stagione la formazione giallorossa è stata schierata con tre moduli diversi: dal 4-3-3, al 3-5-2, passando per il 4-2-3-1. Cambiamenti dettati dalla coperta corta degli esterni: dopo l'infortunio di Mario Rui infatti, Spalletti ha provato a colmare il buco sul versante di destra con Juan Jesus, ma è un centrale adattato; stesso discorso per Palmieri, che è apparso più un esterno da 3-5-2, e per Ruediger.
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Lucio alla ricerca della vecchia Roma
Il tecnico toscano ha cambiato spesso veste alla sua squadra, senza mai trovare quella giusta
(S. Carina)
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