rassegna stampa

L’effetto domino amplia la scelta di Pallotta

Redazione

A Trigoria, privilegiando l’italiano allo straniero, cercano un tecnico in grado di costruire e non di gestire

Sarri e Gasperini, i candidati eccellenti di Pallotta e Fienga, sono al momento intoccabili (e tra l’altro è anche difficile che poi non lo risultino più), in quanto vincolati ai loro rispettivi club, il Chelsea e l’Atalanta. Così, dopo il flop nella negoziazione con Conte, scrive Ugo Trani su Il Messaggero, la Roma è costretta ad aspettare la fine del mese per sapere se riuscirà a portare uno dei due a Trigoria.

A Trigoria si valutano altri profili, con caratteristiche simili o differenti da quelle di Conte, Sarri e Gasperini, sistemati sul podio da Pallotta e Baldini dopo l’esonero di Di Francesco. L’elenco, non ancora ufficiale, sarà sicuramente più lungo a fine stagione. Scelta abbondante e di lusso: da Allegri a Valverde, passando per De Zerbi, Gattuso, Giampaolo, Mihajlovic, ten Haag e Tuchel. Teoricamente lo stesso Spalletti e addirittura il neo finalista di Champions Pochettino.

Già liberi Blanc (da 3 anni), Wenger e Mourinho, accostati proprio alla società giallorossa e al tempo stesso mai cercati con convinzione.

L’ideale per la Roma, anche su input di Petrachi, sarebbe trovare il sosia di Conte. E Gasperini è quello che somiglia di più all’ex allenatore del Chelsea. A Trigoria, privilegiando l’italiano allo straniero, cercano chi è in grado di costruire e non di gestire. Anche Sarri va bene. Esempio: meglio lui di Allegri che, abituato a lavorare con i campioni (qui scarseggiano), diventerebbe per Pallotta quello che è stato Ancelotti per De Laurentiis. L’ombrello, aperto anche quando c’è il sole.