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Il Messaggero

La prima impresa di Mourinho: la squadra ha un’etica nuova

Getty Images

José in pubblico sempre in tenero Giacomo, ma in privato ha già ribaltato tutta una mentalità

Redazione

José Mourinho sa essere bifronte, come in queste prime campagne, scrive Andrea Sorrentino su Il Messaggero. Così se tutta Italia lo aspettava coi denti digrignanti, da quando è qui gli piace mostrarsi come uomo dal dolcissimo sorriso. Si fa concavo e convesso con ogni interlocutore: finora ha elogiato tutti tranne i giardinieri dell’Olimpico, ha un che persino di adorabile, trasmette inopinate sensazioni di umiltà. Poi però guardi la sua Roma e ci intuisci dietro un lavoro di quelli tosti e incarogniti. José in pubblico sempre in tenero Giacomo, ma in privato ha già ribaltato tutta una mentalità, un’estetica, un disegno di vita. Si nota una squadra con una linfa diversa dentro, con un rigore e un’etica nuova. E’ come se nella Roma fosse stato impiantato un fil di ferro, e quel filo rappresenta il lavoro di Mourinho bifronte, temibile, pronto a tutto. Ma c’è anche l’aspetto tattico. Piena di giocatori che cambiano mansioni: Pellegrini seconda punta con palla agli altri, poi centrocampista con palla alla Roma; Micki e Zaniolo esterni, poi di là trequartisti fiancheggiatori del centravanti. I terzini, poi, che stanno stretti e bassi ma dopo diventano ali del 3-2-5 in fase di possesso. Ora gli serve un uomo di personalità e di muscoli, un africano (ha adorato personalità come Eto’o, Drogba, Makelele, Essien, Obi Mikel, Diarra), o uno come Matic.