Un sorriso, stasera, lo vedremo di sicuro sul viso di Nicolò Zaniolo, che lo scorso 25 maggio ha deciso la finale contro il Feyenoord e ha regalato la Conference League alla Roma. Lo stadio era l’Arena Kombetare di Tirana, lo stesso in cui stasera l’Italia affronterà l’Albania di Edy Reja. L’amichevole della rabbia? Il Mondiale sfumato, non è mai andato giù. "Ci penso da marzo e fa male, non meritavamo l’eliminazione ma il calcio è questo. Sarà un mese difficile ed è appena cominciato...", Mancio dixit. Lui ora - sottolinea Alessandro Angeloni su 'Il Messaggero' - deve pensare alla ricostruzione, stasera e domenica (con l’Austria), le occasioni per sperimentare e riproporre qualche vecchio azzurro, come appunto Zaniolo. L’ultima sua convocazione a giugno (poi ha abbandonato il ritiro per guai fisici) e l’ultima in campo con la Turchia, lo scorso 29 marzo a Konya. Quarantacinque minuti in campo senza lasciare traccia, tra l’altro. Nicolò con l’azzurro ha spesso avuto un rapporto tormentato, Mancio lo ha punito per certi comportamenti e lui stesso tante volte ha disertato gli appuntamenti per più o meno seri problemi fisici. Nove presenze totali in azzurro, due reti (entrambe contro l’Armenia a novembre del 2019 nel 9-1 di Palermo). Zaniolo cerca un posto al sole, per ricominciare il sogno azzurro dopo i due gravi infortuni. I concorrenti sono tanti, da Politano a Gnonto e Chiesa. Chiesa, appunto: sarà della partita ma non dal primo minuto, ma entrerà. C’è Grifo che scalpita e vuole una chance. E c’è Pafundi, talentino del 2006 dell’Udinese.
Forzaroma.info
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