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I giocatori no vax oltre quota 4%: i club in pressing contro l’obbligo

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A breve i calciatori senza vaccino non potranno più scendere in campo. Sono 25 i no vax in Serie A

Redazione

Dal 10 gennaio i giocatori non vaccinati non potranno scendere in campo e potranno chiedere la cessione in un altro campionato come scrive Benedetto Saccà su Il Messaggero. Fosse solo Novak Djokovic. E invece. Pure i giocatori di Serie A sono no vax  meno di trenta ma più di venti, tanto per avere un’idea delle proporzioni. Considerando che i calciatori del campionato italiano sono nel complesso 572, la porzione dei contrari alle vaccinazioni supera la quota del quattro per cento, 4,37%, per l’esattezza. E adesso lo scenario potrebbe cambiare. Perché, in queste ore, il governo valuta l’ipotesi di varare il decreto relativo al Super Green pass per i lavoratori, anche se il provvedimento riguarderebbe solamente gli over 60. Ovvero. Le persone con più di 60 anni potrebbero lavorare soltanto con il Green pass (per così dire) rafforzato: vale a dire con la certificazione rilasciata solo ai vaccinati e ai guariti dal Covid. Il quadro è in evoluzione e decisiva sarà la giornata di oggi. Il problema galleggia sulla superficie e allarga crepe lungo i muri delle certezze dei club.  D’altronde i calciatori sono lavoratori. Per cui: se il decreto fosse approvato e in campo come in ufficio si potesse entrare soltanto con il Super Green pass, anche i calciatori dovrebbero adeguarsi. Tutti. Così i 25 no vax della Serie A sarebbero posti davanti al bivio costituito dalla possibilità di vaccinarsi e dal divieto di giocare. Pfizer o Moderna oppure niente campo, ecco la possibile sintesi. Come si può intuire facilmente, saltare l’ostacolo non sarebbe una passeggiatina di salute. Spetterebbe alle società tentare di smussare gli angoli di una situazione spiacevole. Di clamorose giravolte non è piena la speranza dei club.

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Tanto che, giusto per fare un esempio, il no vax della Roma, il cui nome è coperto dalle norme sulla privacy,ha lasciato intendere che chiederebbe la cessione se non potesse scendere in campo per via del decreto. Come detto, comunque, l’orientamento del governo è di comprendere e contemplare solo i nati dopo il 1962. E non basta. L’approvazione erga omnes del decreto si riverbererebbe non soltanto sul campionato italiano, ma pure sulle coppe europee. Bisogna immaginare un turno di Champions o di Europa League (o di Conference), per tacere della partita del 24 marzo dei playoff per i Mondiali tra l’Italia e laMacedonia a Palermo: per poter giocare i calciatori delle due squadre sarebbero obbligati a mostrare tutti il certificato di avvenuta guarigione o di vaccinazione.