La Lazio azzurra c’è, si chiama Immobile; la Roma pure c’è, e porta il nome di Florenzi. Entrambi erano qui un anno fa, al Meazza, nella malinconica serata contro la Svezia, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
rassegna stampa
Florenzi e Ciro, uomini Capitale
L’esterno della Roma e il centravanti della Lazio rappresentano in azzurro il calcio romano: uno è titolare, Immobile deve sempre faticare per avere spazio
Florenzi con Ventura ha avuto alti e bassi (colpa anche dell’infortunio, tornò proprio quella notte di San Siro dopo la lunga assenza), invece Immobile era un cocchetto del vecchio ct, ma ct Mancio la maglia gliela fa sudare un po’ di più. Stasera tocca a lui, tra l’altro l’ultimo a fare gol in casa, 5 settembre 2017, Italia-Israele a Reggio Emilia. Ciro centravanti, il fraterno amico Insigne a sinistra e Chiesa a destra, ecco il tridente (Im)mobile. DERBY
E l’altro amico Florenzi? Più basso. Da terzino, ruolo che solo ora gli piace da matti. E oggi, Ale non potrà che ringraziare Garcia se è diventato l’esterno basso titolare dell’Italia. Rudi lo ha creato (facendo di lui un attaccante esterno) e lo ha distrutto (abbassandolo a difensore esterno). Il paradosso è che ora Florenzi è l’esterno basso titolare della Nazionale, nella Roma lo un po’ meno (ha giocato alto a destra e certe volte Di Francesco lo alterna a Santon), perché perennemente vittima della sua duttilità, cioè quel saper fare tutto e pensare di non saper fare niente bene.
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