Ne faremo un esempio avrà detto di lui Rudi Garcia. Pensava a mandarlo in campo in ogni occasione plausibile, in ogni luogo della formazione: Alessandro Florenzi è l’uomo in più, non l’uomo di troppo. A sottolinearne l’indispensabilità già nota, è bastato che l’allenatore scegliesse di setacciare la rosa a disposizione. Così a Empoli il ricambio totale del tridente ha messo Florenzi nelle condizioni di giocarsi tutta la partita, nel suo ruolo peculiare e creato apposta per lui di attaccante con licenza di spazzolare l’erba fino all’ultima zolla. Nel primo incontro di Champions League, quello vinto per 5-1 sul Cska Mosca, c’era Juan Iturbe col muscolo pettineo sfrangiato, in grado di segnare il primo gol e di farne segnare uno a Gervinho e di aiutare Maicon a realizzare il suo. Ad altri sarebbero calati gli zuccheri al pensiero di sostituire l’argentino: Florenzi ha pensato solo a se stesso e alla Roma. Non solo. Ha pure planato sul pallone del quinto gol. Non glielo hanno concesso. «E io l’ho toccato. Anche se Totti dice di no». Quando parla il capitano, di solito gli altri tacciono. Florenzi ha diritto di replica. Terzo tra gli uguali, i romani della Roma: Totti, De Rossi e lui. Basta che funzioni, martellava Woody Allen in un bel film. Basta che giochi un po’, Florenzi, e Conte lo chiama in Nazionale. Là i romanisti sono quattro: ci sono anche De Rossi, Astori e Destro.
rassegna stampa
Florenzi ha vinto due volte
Tante le rivincite che si sta prendendo l'esterno romanista a cominciare dalla Nazionale fino all'esordio in Champions League
A qualcuno dovevano rinunciare in cambio degli Iturbe e dei Manolas. Hanno rinunciato a Benatia, però Florenzi aveva richieste. Dalla Fiorentina di Montella, per cominciare. L’agente del giocatore la trovava un’ottima idea. Tra Gervinho, Iturbe e Ljajic tu che rimani a fare? gli diceva. E lui: «A giocare. Ho parlato con Garcia, mi ha garantito parità di trattamento». Florenzi pensa di non essere un fuoriclasse ma un buon giocatore sì, un tifoso autentico della sua squadra sì, esattamente come è un buon ragazzo, un figlio affettuoso e un bravo attore di pubblicità, dalle automobili ai videogiochi. Garcia probabilmente manterrà la sua promessa anche oggi contro il Cagliari. La società si appresta a prolungargli il contratto: dal 2016 al 2018 con raddoppio dell’ingaggio a 1,2 milioni.
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