(Il Romanista - V.Valeri) Dopo gli attestati di stima da parte dei suoi ragazzi (Totti e Perrotta in primis), Luis Enrique ieri ha incassato anche le belle parole di un’autorità del calcio italiano, ovvero Arrigo Sacchi. L’ex allenatore del Milan degli olandesi e vicecampionedel Mondo a Usa ’94 ha fatto visita al ritiro giallorosso in Val Pusteria
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Sacchi: «Benvenuto all’inferno». Cosmi: «I giocatori lo seguono»
(Il Romanista – V.Valeri) Dopo gli attestati di stima da parte dei suoi ragazzi (Totti e Perrotta in primis), Luis Enrique ieri ha incassato anche le belle parole di un’autorità del calcio italiano, ovvero Arrigo Sacchi. L’ex allenatore...
, dove è stato intercettato dai microfoni di Sky Sport 24, prima di tenere addirittura una piccola conferenza stampa. «Luis Enrique è una bella novità per il calcio italiano – ha dichiarato Sacchi a Sky - ,una delle poche finora. Come fece Berlusconi con me, la società giallorossa dovrà avere pazienza con lui, per raccogliere i frutti più avanti. In questo, sono certo che Baldini e Sabatini siano le persone adatte, loro due sono una sicurezza. Il calcio non è uno sport individuale, ma di squadra». Sulla possibilità che il nuovo modulo stile Barça prenda piede anche in Italia,l’ex Ct precisa: «Il modulo non è importante, perché si fa a seconda dei giocatori che hai –spiega - ; se hai le ali, fai il 4-3-3. Si disse che dopo il mio Milan il calcio non sarebbe stato lo stesso, ora sta succedendo lo stesso con il Barcellona». Spostatosi in conferenza, Sacchi ha continuato nell’esprimere ai giornalisti presenti quanto compreso durante la visita a Riscone: «Ho salutato Luis Enrique dicendogli “Benvenuto all’Inferno” - ironizza - , perché fare strada qui da noi non è semplice. Noi abbiamo paura del nuovo, quando non si dovrebbe». Del nuovo stile di gioco importato a Roma dall’asturiano,Arrigo Sacchi - attuale responsabile tecnico delle Nazionali giovanili – ha isolato su tutti un aspetto: «La ricerca del bel gioco, dello spettacolo– sottolinea - , perché in Spagna senza di esso, vincere non è lo stesso. Ed è così che si cre-sce e si costruisce qualcosa. Inoltre, dai tempi del Milan notavo che cercano sempre di rallentare il possesso palla. Luis Enrique ci mette passione,ha competenza, finché sarà così sarà nel giusto. Più della vittoria, deve interessare il modo in cui la si ottiene, ci vuole pazienza e spero che la gente ce l’abbia nel suoi confronti e versoi giocatori». Sul calciomercato fin qui realizzato da Walter Sabatini, Sacchi sospende il giudizio:«Non conosco benissimo il ds – ammette –ma so chi è Baldini e di sicuro si stanno muovendo bene. Dei giocatori presi, però, non so dire molto, quindi non mi sbilancio. Ho fiducia, e l’importante è che siano tutti funzionali al progetto. Non importa che i giocatori presi siano i più bravi, ma che abbiano determinazione e si mettano sempre a disposizione del tecnico. Luis Enrique puo’ fare la sua parte con idee e capacità tattiche, che all’asturiano non mancano di certo». Sacchi, infine, fa i complimenti ai giovani della Primavera: «Sono stati proprio bravi e la Roma ha svolto un ruolo importante spendendo poco e puntando sugli italiani. Luis Enrique puo’ valorizzarli al massimo facendo come Guardiola, che ha sostituito Ronaldinho,Deco ed Eto’o con i vari Pedro e Busquets. Tottie De Rossi? Loro due debbono essere i fari di questa nuova Roma». Più di un allenatore, in questi giorni, ha seguito gli allenamenti della Roma. Questo il parere di uno di loro, Serse Cosmi, che al Romanista dichiara: «Ho assistito a quattro allenamenti,quindi non posso dare giudizi netti, ma sicuramente le impressioni sono buone. Quando la Roma annunciò Luis Enrique avevo tanti dubbi, ma adesso sono quasi tutti ridimensionati.Ho parlato con alcuni giocatori e mi hanno parlato benissimo di lui, lo seguono in tutto e questo è importante. Si possono avere tante buone idee, ma se i ragazzi che hai a disposizione non ti danno retta, vai poco lontano.Di base il suo lavoro non si discosta tantissimo dalla media di tutti i colleghi italiani,quindi non lo definirei rivoluzionario, però ha una concezione diversa del riscaldamento,perché per venti minuti fa correre in circolo i giocatori, oppure tra i paletti, insomma è un modo diverso di fare. Dal punto di vista tattico,è evidente che per come la vede lui, i terzini devono sempre spingere alti in fase di possesso palla, ma non esistono le sovrapposizioni: l’imbeccata centrale avviene sempre con l’esternogià in area. Josè Angel? Molto giovane, ma mi ha fatto una gran bella impressione. E poi se lo ha preso Sabatini, mi fido ciecamente. Ci lavoro dai tempi dell’Arezzo, coi giovani non sbaglia un colpo. Luis Enrique non avrà più difficoltà di tutti i suoi predecessori: un prezzo da pagare sarà l’esigenza della piazza. Roma è così».
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