rassegna stampa roma

Luis Enrique: «Per vincere sempre»

(Il Romanista-G.Dell’Artri) Ambizioso, con voglia di lavorare e di far lavorare. E’ il Luis Enrique che ci ha mostrato ieri Roma Channel. Questa è la sua intervista.

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(Il Romanista-G.Dell'Artri) Ambizioso, con voglia di lavorare e di far lavorare. E’ il Luis Enrique che ci ha mostrato ieri Roma Channel. Questa è la sua intervista.

Benvenuto, Luis. Prime sensazioni? Molto positive. Quando entri a Trigoria, ci si rende conto della grandezza della Roma, della voglia del club e dei tifosi. Sono contento ed emozionato di stare qui.

Cosa ti ha spinto qui? Quando ho deciso due mesi fa di lasciare il Barcellona pensavo di riposarmi. Sapevo che potevano arrivare chiamate di club importanti e sono stato fortunato perché ce n’erano tanti interessati a me, ed è stata una sorpresa la chiamata della Roma. Abbiamo fatto riunioni, abbiamo avuto contatti, ho capito cosa cercavano. Hanno scelto qualcosa di diverso, un uomo giovane, però con molta ambizione, con molta voglia di fare cose positive ma soprattutto voglioso di entrare in questo progetto.

Vuoi ringraziare qualcuno? I dirigenti della Roma. Non è facile, nel calcio moderno, credere in un allenatore che non ha un curriculum con grandi squadre e di prestigio alle spalle. Il primo club a cambiare questa dinamica è stato il Barcellona, con Guardiola. Ora tutti sanno che possono affidarsi ai giovani, in campo e in panchina. Il mio obiettivo è portare qui quello che ho imparato a Barcellona: calcio d’attacco, calcio associativo. Voglio dare alla gente la soddisfazione di tifare per una squadra che fa sempre la partita e prova a vincerla fin dal primo minuto.

Sei stato un giocatore di grande temperamento. Trasferirai il tuo carattere alla tua squadra? E’ fondamentale che un allenatore trasferisca il suo carattere e la sua personalità alla squadra. Io voglio trasmettere la voglia di fare calcio, amore per il gioco, tenere il pallone più dell’avversario. Per far questo però è importante il lavoro costante, la dedizione e la professionalità da parte di tutti. L’obiettivo è che i tifosi siano ogogliosi della loro squadra. Dobbiamo meritarci l’affetto che cerchiamo da parte dei tifosi.

Giocherai con il 4-3-3? Non mi preoccupo del modulo, lo adatterò ai giocatori che ho. Ciò che non cambierò sarà la mia idea: entrare in campo per vincere. Attaccare, far sì che i nostri tifosi vedano che abbiamo ambizione e voglia di vincere. Col tempo si vedrà se meritiamo o no la loro fiducia. E’ quello che ho fatto con il Barcellona B, seppur con calciatori inferiori rispetto a quelli che spero di incontrare qui. Questa è la mia idea, questo è il mio progetto.

Che cosa pensi della rosa che hai a disposizione? Ho seguito il finale di stagione. Ora devo mettermi al lavoro, esaminare tutte le partite per valutare il gruppo assieme a Walter (Sabatini, ndr) e a tutto lo staff. E’ un nuovo inizio per tutti: società, allenatore, giocatori. Lavoriamo per ottenere i risultati che vogliamo raggiungere e per far sì che i nostri tifosi abbiano voglia di andare allo stadio a sostenere la Roma.

Vuoi presentarci il tuo staff? Nelle squadre moderne è importante il lavoro di gruppo. E quindi saranno importanti i miei collaboratori, non solo quelli che ho portato dalla Spagna, ma anche gli italiani che sono nell’organigramma. Tutti insieme dobbiamo formare un gruppo che abbia voglia di dedicare molte ore al lavoro. Voglia che va trasmessa ai giocatori. So che qui c’è una cultura del lavoro importante, un cocktail meraviglioso per poter fare quello che cerchiamo.

Hai parlato con Totti. Lui è il Re di Roma. E’ famoso in tutto il mondo, è un calciatore unico. L’ho conosciuto personalmente, lo conoscevo solo come calciatore. E’ un piacere poter contare su gente come lui, De Rossi e Perrotta. Sono calciatori che hanno significato molto nella storia della Roma e devono essere da esempio per i giovani. Sono felice di poterli allenare.

E Vucinic? Mi piacciono quelli forti. Più calciatori forti ci sono e meglio è.

Porterai alcuni giocatori del Barcellona B? Li conosco perfettamente e c’è qualcuno che può essere interessante, però sono giocatori che devono parlare con il loro club. La Roma deve parlare con più club, non solo con il Barcellona, qui siamo aperti ai migliori giocatori del mondo, giocatori che possano entusiasmare i tifosi, non importa che siano spagnoli o di quale nazionalità siano. L’ importante è che abbiano fame, che abbiano vo-glia.

Il ritiro sarà più lungo? Dobbiamo ancora definire tutto, ma garantisco che lavoreremo sodo. Credo che quando i dirigenti hanno deciso di prendere me e il mio staff sapevano già come lavoriamo. Col tempo sarà valutato il nostro lavoro e vedremo se raggiungeremo risultati. Ma sulla dedizione al lavoro non ci sono dubbi.

Sei un uomo d’acciaio... Ho fatto tre Iron Man, mi piacciono gli sport di resistenza, mi sento in forma. Però mi piace, più di tutto, il calcio spettacolo, quello che esalta il pubblico. Per arrivare, però, serve il lavoro e la capacità di vivere questa professione come qualcosa di particolare. Mi piace molto la mia famiglia. Bisogna organizzarsi bene per poter far tutto. Un saluto ai tifosi della Roma. Prometto poco. Saluto i tifosi della Roma e a loro dico che siamo qui per fare il bene della squadra. Penso che il club abbia dato un messaggio chiaro. Non vedo il calcio in altro modo che non sia ambizioso e spero di avere successo qui a Roma.

Buon lavoro. Forza Roma.