rassegna stampa roma

Il nuovo credo: 4-3-3, pressing e possesso palla

(Il Romanista) Il punto di partenza è chiaro: 4-3-3 pressing, gioco offensivo e possesso palla. Questo è quello che vuole Luis Enrique, questo è il modo in cui giocava il suo Barça B e questo dovrà essere il modo in cui giocherà la sua Roma.

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(Il Romanista) Il punto di partenza è chiaro: 4-3-3 pressing, gioco offensivo e possesso palla. Questo è quello che vuole Luis Enrique, questo è il modo in cui giocava il suo Barça B e questo dovrà essere il modo in cui giocherà la sua Roma.

Già, con la differenza che cambieranno tutti gli uomini. Anzi di più, perché molti degli uomini che faranno parte della nuova Roma devono essere ancora acquistati.

Quali sono le certezze? Quelle della spina dorsale della squadra, con l’eccezione del portiere. In quel ruolo c’è ancora grande incertezza, ma si dovrà prendere un numero 1 di grande qualità emagari pure capace di giocare con i piedi e di impostare l’azione. Per il resto, i pilastri sui cui poggerà la squadra ci sono. Al centro della difesa i capisaldi, in attesa di un sostituto di Mexes, si chiamano Burdisso e Juan. Semmai i problemi sono sugli esterni. Ne dovranno arrivare almeno due, probabilmente due titolari che permettano a Cassetti e Riise (se si deciderà di puntare ancora su di lui) di essere delle alternative di qualità. Quali caratteristiche dovranno avere? Non si fa la scoperta del secolo se si immagina che, visto il modulo adottato, dovranno essere entrambi in grado di spingere con continuità in avanti. Nomi? Ne sono girati tanti, ma la sensazione è che la ricerca sia ancora in corso.

Cambierà molto il centrocampo, nel quale l’anima sarà rappresentata da De Rossi. Una volta conclusa la trattativa per il rinnovo a Daniele saranno affidate le chiavi del gioco giallorosso, quelle che fino ad oggi erano in mano a Pizarro, che ora non ha più la certezza di restare. Il gioco dovrà dunque passare attraverso i piedi di DeRossi. Chi giostra lì nel mezzo nel 4-3-3 è ancora più fondamentale degli altri. Serviranno dunque quantità e qualità a cui aggiungere un lavoro da vero e proprio regista. Tutte doti che De Rossi, quello vero, possiede in abbondanza. E ai suoi fianchi? Il primo nome nuovo è quello di Ricardo Alvarez, che come intermedio di centrocampo sarebbe perfetto. E dall’altra parte? Certo, in rosa ci saranno ancora Perrotta e Brighi, ma non è affatto da escludere che Sabatini possa cercare un altro innesto funzionale al gioco che Luis Enrique ha in mente.

E infine l’attacco. Che non potrà prescindere da Francesco Totti. Il capitano, il simbolo della squadra, l’uomo che ha superato Baggio in fatto di gol in serie A, sarà il terminale offensivo. Centravanti titolare, magari con una scommessa alle sue spalle. Il nome più gettonato in questo senso è quello di Soriano, il centravanti del Barça B che ha vinto il titolo di Pichichi (capocannoniere) nel campionato appena terminato. Luis Enrique di lui ha sempre parlato benissimo, dicendo che era pronto per giocare con la prima squadra ma che era chiuso da troppi fenomeni. Bene, il tecnico spagnolo se lo potrebbe portare con sé per farlo inserire piano piano negli ingranaggi della Roma. Ma 4-3-3 in avanti significa soprattutto due esterni d’attacco capaci di fare entrambe le fasi. Gente in grado di macinare chilometri su chilometri. Da un lato potrebbe esserci Lamela, dall’altro Vucinic, che pare avere le caratteristiche adatte. Qualora le strade di Mirko e della Roma si dovessero separare, l’alternativa potrebbe essere quella di Lukas Podolski, un altro che se gli dici di correre non si tira indietro. Insomma, un sacco di acquisti. Un super lavoro per Sabatini. Non appena Luis Enrique sarà arrivato bisognerà spingere sull’acceleratore. Il tempo per la nuova Roma comincia a stringere.