rassegna stampa roma

Florenzi: “Che paura, menomale che poi ci ha pensato Mattia…”

(Il Romanista – V. Meta) – Alla cena con cui la Roma ha festeggiato nella notte il trionfo in campionato, il suo capitano si presenta in ritardo e affamato, seguito di qualche passo da Federico Viviani, inseparabile compagno di...

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(Il Romanista - V. Meta) - Alla cena con cui la Roma ha festeggiato nella notte il trionfo in campionato, il suo capitano si presenta in ritardo e affamato, seguito di qualche passo da Federico Viviani, inseparabile compagno di battaglia di una stagione a centrocampo.

Colpa dell’antidoping, che ha costretto i due registi a rimandare la festa di quasi un’ora, mentre negli spogliatoi del Melani succedeva di tutto, fra gavettoni, cori e acqua buttata addosso indistintamente a chiunque si trovasse a passare di lì. E pensare che in una notte come questa, Alessandro Florenzi, vent’anni compiuti a marzo, gli ultimi sei dei quali passati nelle giovanili della Roma, a un certo punto ha rischiato di piangere, e non di gioia: «Quando il Varese ha segnato il 2- 1 a dieci minuti dalla fine mi sono venute le lacrime agli occhi - ha ammesso a fine partita -. Non era giusto che finisse così e per me personalmente non sarebbe stata nemmeno la prima delusione con la Roma. Meno male che c’ha pensato Mattia...».

Sentiva la partita, il capitano, chiamato a chiudere la sua esperienza in Primavera con una finale scudetto: «Chiudo in bellezza, no? - diceva dopo aver battuto il Genoa -. Speriamo solo sia bello pure il finale». E un finale più bello di questo, il ragazzo di Vitinia cresciuto a pane e pallone non avrebbe davvero saputo immaginarlo. O forse sì, se quel suo diagonale di destro al quarto d’ora del primo tempo non avesse colpito il palo lontano: «Non me ce fa’ pensa’...», dice sbarrando gli occhi. Un gol nella finale scudetto avrebbe coronato una stagione giocata su livelli altissimi, culminata nell’esordio in serie A all’ultima di campionato dando il cambio a Francesco Totti. Dal Capitano al capitano, appunto. Contro il Varese Florenzi si è battuto come sempre, gli avversari (il brasiliano Wagner e il nazionale Under 18 Barberis) non erano clienti facili, è uscito stremato tre minuti prima che Montini siglasse il 2-2, poi ha sofferto a bordo campo per tutti i supplementari. «Ho avuto paura che finisse male. Io ero l’unico a non aver mai vinto lo scudetto e lo volevo troppo. Devo ringraziare i miei compagni, sono stati fantastici. Non mi stancherò mai di ripeterlo: questo è un gruppo eccezionale, abbiamo superato mille difficoltà rimanendo uniti e alla fine questo ha fatto la differenza. Ci meritiamo questo scudetto».

Mentre parla, alle sue spalle fanno irruzione Viviani e Ciciretti, armati di bottiglie d’acqua e pronti ad assalirlo: «Eccoli qua... - ride il capitano -. Una stagione perfetta. Una dedica? Alla mia famiglia: a quelli che erano qui a vedermi e anche a una persona che non c’è più e che mi protegge da lassù». Chi sia lo dice la maglietta che indossa sempre sotto la divisa di gioco: "nonna sempre nel mio cuore". Un cuore grande, quello di Florenzi, che in una notte così sembra quasi possa scoppiare di felicità.