La storia del Nocciolina ha avuto un lieto fine. Lo storico venditore di arachidi e lupini dello Stadio Olimpico, infatti, ieri pomeriggio - non in canottiera visto il freddo anomalo - è tornato sugli spalti in occasione di Lazio-Atalanta.
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Via libera. Il Coni ha concesso la deroga: “Er Nocciolina può lavorare”
Lo storico venditore di arachidi allo stadio: "Ringrazio i tifosi per l'affetto che mi hanno dimostrato"
La denuncia di Leggo e la protesta dei tifosi di Roma e Lazio ha convinto il Coni a dare il via libera a Cristiano Rolando - da 50 anni icona storica - che nelle scorse settimane non era stato fatto entrare viste le nuove norme sulla vendita di prodotti all'interno dell'Olimpico.
Da Trigoria si erano subito detti disponibili, anzi per il club giallorosso non è mai stato un problema far entrare lo storico Nocciolina in curva. Lo stop era arrivato prima di Lazio-Udinese, ma anche Lotito si è convinto ad ascoltare l'appello dei tifosi che sui social avevano denunciato l'accaduto. "Ringrazio Leggo e i tifosi per l'affetto che mi avete dimostrato - ha dichiarato ieri commosso - vendo noccioline da 43 anni e non ho mai dato fastidio a nessuno e ho sempre pagato entrambi gli abbonamenti proprio per non creare problemi. È la mia vita, lo stadio è come casa mia. Oggi in tantissimi mi hanno salutato e abbracciato. Che bello".
Il Nocciolinaro vive a Corviale ed è stato il simbolo di tanti sabati e domeniche vissute allo stadio, tra adulti e bambini. È vero, non ha la licenza e la legge va rispettata, ma è lì da quasi 50 anni, ha visto i Mondiali del 90 e gli scudetti di entrambe le squadre, i tifosi hanno invitato chi di dovere a chiudere un occhio. Leggo ha fatto altrettanto.
Qualcuno l'ha visto piangere prima di Roma-Udinese del 13 aprile, seduto sulle scalette fuori lo stadio, con la testa china e gli occhi tristi, accanto alle sue noccioline. I baffi curati' e la maglietta a mo' di canotta, con le maniche tirate su, e quei calzini dove infilava le monete.
Un personaggio tipico di Roma, uno di quelli a cui non si può dire di no come ha ribadito Diego Nepi, direttore per la gestione della sicurezza del Coni: "Non possiamo permettere che dei simboli così importanti vengano cancellati, mi prodigherò affinché ciò non accada. Se è un problema amministrativo possiamo trovare delle soluzioni come stadio, anche con chi si occupa della somministrazione nei bar".
(F.Balzani)
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