Mentre in Italia il Decreto Dignità affossa il calcio italiano, in Inghilterra sanno esattamente come sfruttare al meglio il binomio sport e betting per incassare una montagna di soldi: 53 milioni di euro per la precisione, solo per gli sponsor sulla maglia, come riporta Leggo.
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In Inghilterra il betting è una risorsa per club e fisco
In Gran Bretagna i giochi a pronostico rendono le squadre più competitive
È questo il valore delle sponsorizzazioni di maglia delle aziende di gioco nella Premier League inglese. Nel Regno Unito le sponsorship sono un tassello fondamentale per reggere il sistema: metà delle maglie in campo in Premier, pari al 17% del valore totale delle sponsorizzazioni, a cui si aggiungono altri 16 team nelle due divisioni inferiori.
Nel 2014 il Gambling Act, riferisce Agipronews, ha previsto che per sponsorizzare una squadra in Gran Bretagna gli operatori dovessero avere una licenza nazionale e soprattutto che versassero al fisco il 15% dei profitti derivanti dalle giocate raccolte da utenti britannici. Una norma che incide in maniera relativa sugli affari di parecchi dei marchi di gioco che sponsorizzano la Premier: ad avere una presenza significativa sul mercato Uk sono Bet365 (proprietaria dello Stoke City, è presente sulle maglie e dà il nome allo stadio della squadra) e Betway (sponsor del West Ham). Altri marchi internazionali di gioco, come Mansion (che sponsorizza il Bournemouth), Dafabet (Burnley), Sportpesa (Everton), Fun88 (Newcastle), hanno maggiore interesse alla visibilità che la presenza sulle maglie garantisce, vista la diffusione internazionale e satellitare delle gare di Premier League che, come fatturato, è il più ricco d'Europa.
(I.Di Grazia)
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