Uno è il capitano, il primo straniero dai tempi di Balbo. L’altro è il vice ma anche qualcosa in più visto che è l’unico romano tra i titolari e quindi il futuribile erede di Totti e De Rossi. Entrambi, Dzeko e Pellegrini, sono al secondo posto nella classifica di critiche dopo il derby straperso venerdì dalla Roma, scrive Francesco Balzani su Leggo.
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Dzeko e Pellegrini sotto accusa, leader timorosi contro le grandi
I due capitani della Roma hanno fallito nel derby: poca personalità nelle sfide che contano
In vetta alla horror parade resta Fonseca a rischio conferma in caso di mancata qualificazione in Champions. E la dote mancante che viene rimproverata al portoghese pure dai vertici societari è proprio la personalità. Una caratteristica che Dzeko e Pellegrini smarriscono nei big match. Il bosniaco nelle ultime due stagioni contro Juve, Inter, Milan, Napoli, Atalanta e Lazio ha realizzato appena 5 reti in 18 partite. Solo una, contro i rossoneri, ha portato tre punti. Un gol ogni 284’.
Poco visto lo stipendio da 7,5 milioni e visto il ruolino di marcia di colleghi come Ronaldo, Lukaku, Immobile o Zapata. Mancano i gol e manca anche la “tigna” che nei derby deve essere trasmessa dai capitani. E dai romani come Pellegrini che più di Dzeko a fine partita ha accumulato critiche feroci sui social e nelle radio. Lorenzo deve registrare 23 sconfitte con le squadre sopracitate in 44 partite disputate tra Sassuolo e Roma. Dzeko e Pellegrini sono anche i due leader che dopo la debacle col Siviglia ad agosto avevano messo in dubbio la gestione tecnica e che nello spogliatoio hanno un peso importante.
Soprattutto a loro si è rivolto Fonseca per risollevare il gruppo nel doppio impegno, in coppa Italia e campionato, contro la Spezia che nel 2015 costò praticamente la panchina a Garcia. Domani entrambi potrebbero finire in panchina per fare spazio a Mayoral e Pedro. Nel frattempo Pinto prova a sbloccare l’operazione Montiel con un occhio ad El Shaarawy e Papu Gomez mentre a luglio dovrebbe sbarcare Otavio a parametro zero.
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