Il quadro romanista di questo momento, è disegnato alla perfezione dai volti spaesati dei giocatori contestati alla stazione di Firenze. Nessuno immaginava che il gruppo di tifosi di rientro nella capitale. E poco importa che i conti dicano che sono ben tre in quattro gare i penalty subìti dai giallorossi, dentro Trigoria non sembra esserci fino in fondo la consapevolezza del deludente cammino in campionato, scrive Francesca Ferrazza su La Repubblica.
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Non solo il rigore: la crisi dell’attacco parte dai numeri
La Roma è a 9 punti da Inter e Napoli: da Dzeko solo 2 reti in 10 partite. Oggi in Russia: mercoledì il Cska
Di Francesco e il club sono molto arrabbiati con l’arbitro Orsato, Var di giornata a Firenze, convinti di aver subito un torto, e che Banti avrebbe quantomeno rivedere l’azione sul monitor. Eppure la fortissima strategia mediatica alzata per far sentire il proprio disappunto al mondo attraverso Monchi subito dopo il match, non riesce a mitigare la preoccupazione per i numeri di un gruppo che – con due punti nelle ultime tre gare – continua a sembrare troppo spesso molle, poco incisivo e incapace di chiudere le partite (la precisione al tiro contro la Viola è stata del 33%, la più bassa tra tutte le gare di serie A). Edin Dzeko, ancora più leader della squadra con l’assenza di De Rossi, sempre più spesso si perde: il centravanti ha fatto 2 gol in 10 partite, a fronte di un ruolino in Champions opposto, che lo vede mostrare un bottino di 5 reti in 3 gare.
In generale, al di là di Dzeko, è tutto il reparto offensivo afar tremare i tifosi: solo 6 i centri nelle ultime 11 partite (El Shaarawy sta a 2 gol, Under a 1), 7 ne hanno fatti i difensore, 5 i centrocampisti.
Mercoledì la Roma scenderà in campo contro il Cska a Mosca, ma Di Francesco preferisce trasferire la squadra due giorni prima per farla adattare meglio al cambio di clima, e aiutandola a smaltire in maniera più naturale le quattro ore di volo.
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