Mourinho: “Non parlo più di arbitri”

José Mourinho smentisce sé stesso e promette: "Non parlerò più di arbitri prima della partita". Un dietrofront repentino arrivato dopo l'audizione di venerdì scorso con il procuratore federale Giuseppe Chiné per le dichiarazioni lesive nei confronti dell'arbitro Marcenaro, scrive Marco Juric su La Repubblica. Una chiacchierata cordiale che ha talmente soddisfatto l'allenatore della Roma da fargli sotterrare l'ascia di guerra: "È una riflessione che ho fatto da solo e che ho condiviso con il procuratore Chiné. Dopo la partita possiamo essere più o meno felici, ma prima della partita dobbiamo lasciare tranquilli gli arbitri, partendo dal principio che vogliono fare bene". Da oggi nessuna polemica preventiva sulle designazioni arbitrali, ma resta quanto detto prima di Sassuolo-Roma. "Io non ho mai offeso l'arbitro, non ho mai messo in dubbio le sue qualità, l'espressione che ho utilizzato ("non ha stabilità emozionale") mi sembra assolutamente normale. Forse è stata interpretata male".  E proprio sulle sfumature linguistiche si gioca la partita per quantificare la sanzione. Non a caso Mourinho dopo la partita con il Sassuolo aveva parlato in portoghese per evitare fraintendimenti e cavalcare la tesi della mancata conoscenza della lingua italiana. Ieri in conferenza stampa l'arringa finale in italiano, promettendo il silenzio e ringraziando pubblicamente Chiné: "Sono felice che mi abbia ascoltato, gli ho detto la verità". Il portoghese si aspetta "giustizia", che vuol dire al massimo una multa. Ma la recidività dello Special One potrebbe portare ad un deferimento con una squalifica minima. Che consentirebbe all'allenatore di saltare solo una partita ma allo stesso tempo darebbe forza alla procura di riaffermare il principio che quelle fossero dichiarazioni lesive.

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