(repubblica.it - A. Vocalelli) E' gi? un peccato che il derby di Coppa Italia, la finale di Coppa Italia, abbia inizio al Viminale. Eh s?, perch? la Roma non ha fatto neppure in tempo a qualificarsi, battendo nettamente e meritatamente un'Inter in grande difficolt?, ed ? gi? scattato il piano riguardante l'ordine pubblico. Potevamo, dovevamo, essere qui a interrogarci su quanto si giocheranno le due squadre, sul futuro di Andreazzoli e Petkovic, sul piano di avvicinamento alla partita per portare Totti e Klose al massimo nella stracittadina... E invece la prima preoccupazione, legittima per carit?, ? stata quella dei possibili incidenti, perch? anche l'ultimo derby ? stato il pretesto per tenere un quartiere di Roma in ostaggio; perch? certe foto, di gente incappucciata, hanno preso il posto di quelle dei protagonisti in campo. E cos? abbiamo finito per trascorrere le prime 24 ore, di questi quaranta giorni che ci porteranno alla finale, a chiederci se sia il caso di giocare la sera o il pomeriggio. E se non c'? dubbio che le istituzioni abbiano il diritto e il dovere di indicare la strada che ritengono pi? giusta, bisogna dire subito che farsi dettare l'agenda dai teppisti avrebbe il senso di una resa, una sconfitta.
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Il derby comincia al Viminale: non arrendersi ai teppisti
(repubblica.it – A. Vocalelli) E’ gi? un peccato che il derby di Coppa Italia, la finale di Coppa Italia,
Dire al semplice tifoso e al Presidente della Repubblica- perch? questa ? la Coppa del Presidente - che non ci si pu? gustare uno spettacolo sera, ma bisogna affrontare il caldo e l'afa, per dribblare possibili disordini, vorrebbe dire che non siamo pi? in condizione di organizzare la nostra vita, di assicurare la nostra sicurezza. Ecco perch? ? giusto, sarebbe giusto, confermare lo spettacolo notturno e far s? che l'Evento sportivo e i problemi di ordine pubblico siano nettamente distinti, separati, senza la tentazione - anche minima - di credere che derby ed incidenti abbiano qualcosa di comune ed in comune. No, una cosa ? il calcio, una cosa dev'essere il calcio, e una cosa ?, dev'essere, la tranquillit? di una citt? che vuol vincere una sfida di grande civilt? e dimostrare che Roma, con certa gente, non c'entra e non vuole entrarci nulla. E perch? questo sia chiaro, netto, limpido, solare, ? fondamentale che si moltiplichino gli sforzi per far passare un messaggio altrettanto chiaro, netto, limpido, solare. Per marcare ancora di pi? la differenza, la distanza da chi non c'entra nulla con lo sport, col calcio, con la sana rivalit? del derby, ? fondamentale che in questi quaranta giorni tutti si adoperino, con i loro comportamenti espliciti e con messaggi impliciti. E' bene perci? che dalle istituzioni parta chiaro un distinguo netto tra i tifosi e teppisti.
E' bene che le istituzioni sportive, come ha fatto il presidente Malag?, scendano in campo per difendere gli appassionati veri, marcando la differenza con chi al calcio, al derby, guarda solo come un pretesto di rabbia e di follia. Ed ?, sar?, fondamentale soprattutto che dalle due squadre, dalle due societ?, arrivi forte il messaggio di rivalit? solo sportiva, con una serie di incontri, di interviste comuni e non parallele, perch? sia chiaro a tutti che il derby ? terra di confronto e non di scontro. Non ? questo il tempo di sciocche e piccole ripicche, di fare strategia e aspettare che qualcuno faccia la prima mossa. Lotito e Pallotta facciano in modo di incontrarsi alla vigilia, magari al Coni o in Federazione, i giocatori si diano la mano, magari nelle scuole, per parlare di loro stessi e di una partita che va vissuta con passione ed emozione. Nessuno pensa che ci sia, effettivamente, un nesso tra il pallone e chi strumentalizza il calcio. Ma facciamo in modo che in questi 40 giorni chi non c'entra col pallone, e semplicemente lo utilizza, si senta davvero fuori, lontano, emarginato. Un estraneo al derby.
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