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Giochi senza bandiere: fra la Roma e De Rossi via al finale più triste

LaPresse

Al capitano non è stata data la possibilità di allontanarsi scegliendo lui il modo, i tempi, lo stile

Redazione

E se i tifosi della Roma dovessero alla fine ringraziare chi ha deciso, chiunque esso sia, una così sgradevole conclusione del rapporto tra De Rossi e la Roma? Non c’è dubbio che abbia dato loro un’occasione irripetibile per sbottare, per sfogarsi dopo delusioni, sofferenze, scrive Enrico Sisti su La Repubblica.

Tanta rabbia accumulata perché la Roma, come si leggeva ieri in uno striscione, "è una leggenda...e non un’azienda". "Ho vissuto tante cose nella mia carriera, ma uno come De Rossi nella mia vita no, proprio non l’ho mai visto. Così appassionato, legato ai colori. Tutti, a breve, si renderanno conto di cosa sia stato Daniele per la Roma" sono parole di un altro senatore in rampa di lancio, Aleksandar Kolarov.

Il vero dramma è che a De Rossi non è stata data la possibilità di allontanarsi scegliendo lui il modo, i tempi, lo stile. Via, senza dignità. Via perché sei vecchio. Ogni cosa, alla Roma, finisce con un scricchiolìo sinistro. Ma non è quello del giocatore che smette, né quello delle sue ginocchia, magari stanche. È la società che continua senza di lui, a scricchiolare.